Quando abbiamo deciso di dedicare i famosi 5000 caratteri, che Globe Trotter ci dà la possibilità di scrivere, al racconto e alla documentazione di quello che è stato il festival del diritto, eravamo alquanto scettiche sulla sua riuscita e confuse sulla sua realizzazione. Non è facile raccontare un’esperienza personale senza annoiare, ma è ancor più difficile cercare di far coincidere ciò che si scrive con i propri pensieri, con le proprie emozioni e con le proprie riflessioni. Abbiamo deciso di provarci ed a poche ore dalla consegna, tra la tentazione di una rinuncia e l’altra, ci siamo poste una domanda, sicuramente la più scontata a cui solo inconsciamente avevamo risposto, o cercato di farlo: perché abbiamo deciso di partecipare a questo festival?
Che cos’è il diritto? Un insieme di norme poste…bla bla bla (la conosciamo tutti a memoria questa definizione). Davvero? Davvero ho scelto di dedicare gli anni della mia bella giovinezza, e forse della mia vita, a cercare di capire e apprendere “la fredda neutralità assiologica delle norme”?
Vi siete mai fatti questa domanda? Con consapevolezza? Questa è una delle tante che ci ha spinto a partecipare, per capire, o almeno provare a farlo.
Ovviamente , come spesso si dice, le discussioni particolarmente stimolanti fanno sorgere dubbi, non certo li risolvono, però proprio quelle discussioni hanno contribuito a dare un senso a tutti i nostri interrogativi.
Come sempre il festival si è svolto a Piacenza, dal 24 al 27 Settembre; ogni anno da tre anni, una delegazione di studenti LUISS ha la possibilità di partecipare grazie all’organizzazione e l’impegno dell’associazione studentesca EOS.
Quest’anno il tema del festival è stato il “FUTURO”. Già dalla prima giornata, dalla presentazione del festival, il suo direttore scientifico Stefano Rodotà, ha posto l’accento sul significato della tematica da un punto di vista giuridico, filosofico e sociologico, sottolineando in particolare qual è il ruolo del diritto rispetto al Futuro. Riportiamo le parole del professore: “In quanto tecnica di regolazione dei conflitti, il diritto è un riduttore dell’incertezza, che serve anche a rassicurare dalle paure, stabilizzando. Ma in quanto sistema normativo, mira a orientare la società, a rendere possibili i cambiamenti sulla base di un’idea di “dover essere”, senza distruggere le strutture portanti della convivenza. In questo senso, il diritto si declina inevitabilmente al futuro”.
La sfida dei tanti relatori, giudici emeriti, studiosi e cultori della materia, è stata quella di cercare di spiegare quanto il diritto sia importante nel determinare e gestire i cambiamenti che caratterizzano la storia contemporanea. Tantissimi esperti si sono cimentati in dibattiti e confronti, ognuno approfondendo aspetti del proprio specifico settore, dando la possibilità a noi spettatori di ascoltare il loro punto di vista e maturare delle opinioni sui temi più caldi che interessano la società. Si è parlato di Euro e Democrazia, con Giuliano Amato e Lucrezia Reichlin; di razzismo, con Lilian Thuram; di genere con Yasmine Ergas; di costituzione e generazioni future, con il professor Massimo Luciani; di diritti, con il professor Rodotà; di integrazione internazionale, del ruolo dei giudici, dell’importanza della cultura giuridica comune in un mondo sempre più internazionalizzato, con il giudice della Corte Costituzionale Sabino Cassese. Queste sono state solo alcune delle conferenze che hanno animato il centro di Piacenza nei giorni del festival.
Particolare interesse hanno suscitato in noi le tematiche affrontate da Sabino Cassese e Massimo Luciani. Il primo ha concentrato la propria riflessione sull’evoluzione delle società e dell’integrazione internazionale che non interessa più, come un tempo, soltanto gli Stati, ma anche tanti altri attori: centinaia di organizzazioni governative e altrettante non governative. Il secondo invece, ha chiarito il ruolo della Costituzione rispetto ai diritti delle generazioni future, e ribadito la sensibilità del diritto internazionale nei confronti degli stessi.
Al termine di questa esperienza, durante il viaggio di ritorno da Piacenza, tutti ci siamo soffermati a riflettere su quanto sia stato significativo il festival, per la nostra formazione e soprattutto stimolante. Siamo entrati in contatto con personaggi del mondo del diritto estremamente carismatici e competenti, osservati da noi studenti come traguardi irraggiungibili, e che con i loro discorsi, hanno trasmesso in noi la passione per ciò che abbiamo scelto di studiare e la voglia di migliorarci. Crediamo quindi, che uno degli obiettivi del Festival del diritto sia stato quello di incoraggiare ed incentivare noi ragazzi all’evoluzione, proprio perché tocca a noi il “FUTURO” del nostro Paese!
A cura di Laura Ferrara ed Emanuela Grottola