Come tutti sappiamo, l’8 Marzo è la Giornata Internazionale della Donna, meglio nota come Festa della Donna.
Ma perché questa data? Per molto tempo si è ritenuto erroneamente che l’8 Marzo fosse la ricorrenza di una tragedia avvenuta in una fabbrica di New York in cui molte operaie persero la vita. Ma in realtà si tratta di un falso storico. Le motivazioni che portarono alla scelta di questa specifica data sono molteplici, e hanno inizio con l’indizione nel febbraio 1909 ad opera del Partito Socialista americano della prima giornata internazionale della donna. Dopodiché altri paesi accolsero tale iniziativa (l’Italia celebrò la prima giornata della donna nel 1922), adottando però date differenti, fino al 1977, anno in cui con la risoluzione 32/142 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite venne ufficialmente proposto ad ogni paese, nel rispetto delle tradizioni storiche e dei costumi locali, di dichiarare un giorno all’anno “United Nations Day for Women’s Rights and International Peace“, e in tale occasione l’8 Marzo venne scelta come data ufficiale dalla maggior parte delle nazioni.
Qual è il suo significato? Parlare di festa è piuttosto fuorviante, sarebbe più opportuno parlare di ricorrenza, ma non in riferimento ad uno specifico avvenimento, bensì ricorrenza di tutte quelle battaglie portate avanti dalle donne in campo sociale, culturale, economico e via dicendo, al fine di ricordare l’importanza cruciale dell’eliminazione della violenza e della discriminazione nei confronti delle stesse e per tener viva l’attenzione su questioni che ancora oggi sono lungi dall’essere superate. Quindi una celebrazione di tutte quelle donne che con impegno, forza e coraggio hanno conquistato nel passato e lottano per ottenere nel presente gli stessi diritti degli uomini (anche quelli più basilari, che troppe volte noi diamo per scontati, come per esempio il diritto all’istruzione).
Critiche. In tempi recenti è sempre più acceso il dibattito sull’attuale significato che viene attribuito a questa giornata. Quello che è certo è che si assiste sempre più ad un fenomeno di commercializzazione di questa ricorrenza, nonché di “svalutazione” dei valori di cui intende farsi messaggera. In una visione pessimistica, quella che va a configurarsi è una totale perdita del suo significato originario, e quel che resta è solamente un mero spunto di convivialità per le donne, che considerano l’8 Marzo come l’occasione per uscire in compagnia ed andarsi a divertire, fuggendo dalla quotidianità, qualsiasi essa sia. Ma non ci si deve lasciare sopraffare da questa idea, perché in realtà la voglia di continuare a fare propri i valori cardini di questo giorno simbolo e di diffonderli nella società esiste ancora e viene svolta egregiamente da molte organizzazioni, tra cui Amnesty International, che continuano a cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica su problemi di varia natura che riguardano il sesso femminile.
L’errore in cui cade la stragrande maggioranza delle donne occidentali, a mio avviso, sta nel prendere sottogamba l’enorme fortuna che hanno ereditato grazie ai sacrifici di migliaia di donne venute prima di loro, di pensare che tutto ciò che oggi hanno sia dovuto e che non si possa aspirare a qualcosa di migliore (ignorando in molti casi palesi discriminazioni), di ritenere che non sia possibile fare qualcosa per aiutare altre donne meno fortunate, che non hanno la possibilità, non per libera scelta ma perché costrette, di farsi sentire, divenendo le loro portavoce.
Non penso che si debbano demonizzare le classiche uscite tra donne dell’8 Marzo, piuttosto bisognerebbe riuscire ad evadere dal rigido schema mentale che ci porta a limitare la celebrazione ad un singolo giorno all’anno, quando andrebbe posto un accento ogni giorno sul rispetto e la comprensione dei problemi delle donne. Ma cosa ancora più importante da capire è che è possibile combattere le continue discriminazioni ed eradicarle solo se si marcia su di un fronte unito, non di sole donne, ma di donne ed uomini insieme.
L’operato di Amnesty. Amnesty International è da sempre impegnata nella lotta per il riconoscimento dei diritti delle donne in tutto il mondo ed ogni anno, in occasione dell’8 Marzo, organizza eventi e manifestazioni per far sentire forte la sua voce. Da grandi mobilitazioni sia a livello globale che nazionale per le piazze e le strade delle città più importanti, alla raccolta fondi o firme, a campagne interattive, Amnesty ha tenuto fede alla sua promessa di fare tutto il possibile per raggiungere un livello di rappresentazione non stereotipata e non discriminatoria delle donne, mediante attività mirate alla sensibilizzazione della società civile, delle istituzioni scolastiche e degli organi di informazione.
Nello specifico per questo 2017 Amnesty International Italia ha deciso di dedicare un appello a 5 donne, Bibata Ouedraogo, Su Changlang, Eren Keskin, Máxima Acuña, Helen Knott, che hanno votato la loro vita alla difesa dei diritti umani, svincolandosi dagli stereotipi di genere, affinché vengano protette in maniera consona per l’importante lavoro che svolgono, perché non si ripeta quanto avvenuto in Honduras, in cui la difensora dei diritti umani e dell’ambiente Berta Càceres è stata assassinata poiché tentava di tutelare i diritti della sua comunità nativa (per firmare l’appello www.amnesty.it/8marzo). Sino al 10 Maggio sarà inoltre possibile realizzare ed inviare a Amnesty International – Sezione italiana, via Magenta, 5, 00185 Roma origami, fiori di carta, come gesto simbolico di solidarietà con le difensore dei diritti umani, che verranno poi recapitati al Presidente del Consiglio per chiedere che il Governo si adoperi con azioni concrete a favore delle donne che difendono i diritti umani, legittimandole, proteggendole e promuovendo il loro lavoro in Italia e all’estero.
“Insieme creiamo #unaltrovivere” è un progetto di Altromercato, principale organizzazione di fair trade presente in Italia, che in collaborazione con Amnesty International Italia per questa Giornata Mondiale delle Donne porta nelle piazze italiane un prodotto simbolo: il cioccolato biologico ed equosolidale Mascao. Acquistando le tavolette di cioccolato Mascao Altromercato bio, al latte e fondente 70%, si potranno così sostenere concretamente le cause di Amnesty International.
A cura di Chiara Vittoria Turtoro