Mausoleo di Augusto. Ciò che fu e ciò che resta

Mausoleo di Augusto. Ciò che fu e ciò che resta

“Tra i monumenti del Campo Marzio” scriveva Strabone, “il più bello è il Mausoleo. Grande tumulo che sorge su un’alta base di marmo bianco nei pressi del fiume [Tevere], coperto ovunque, dalla sommità, di alberi sempreverdi. Sulla sommità si trova una statua in bronzo di Cesare Augusto, mentre sotto il tumulo ci sono le tombe dello stesso imperatore, dei suoi parenti e degli amici più intimi. Dietro c’è un grande bosco sacro che offre splendide passeggiate”.
Il Mausoleo di Augusto è il monumento funerario che Ottaviano Augusto, nel 29 a.c. volle edificare di ritorno da Alessandria, dopo aver sconfitto Marco Antonio e conquistato l’Egitto. Per la costruzione della sua tomba, il futuro imperatore, volle richiamare lo stile ellenistico della tomba di Alessandro Magno, portando la zona del Campo Marzio ad accrescere in grandezza e splendore.
Ma la magnifica costruzione dell’imperatore fu destinata a rimanere, nei secoli, inutilizzata ed abbandonata. Il Mausoleo infatti, rimasto chiuso al pubblico per ben settantanove anni, ha visto finalmente la sua riapertura lo scorso 19 agosto per la commemorazione del bimillenario dalla morte di Augusto. Il triste scenario che però si è mostrato agli occhi dei pochi fortunati gruppi di visitatori, è stato a dir poco sconcertante: a causa di un guasto alla rete idrica, il Mausoleo si è completamente allagato, andando ad inondare anche il fossato intorno al monumento. L’intervento immediato da parte dei tecnici ha evitato qualsiasi ulteriore disagio, ma la vicenda spinge a pensare che l’incuria stia divagando in modo troppo evidente.
A confermare il disinteresse generale, basti pensare che l’ultimo bando indetto nel 2012 per la ricerca di uno sponsor per le opere di manutenzione ha fallito miseramente, e nessun finanziatore ha offerto un proprio generoso contributo per il restauro. Un barlume di speranza però, dovrebbe arrivare dal Governo: il decreto “Valore Cultura”, in discussione al Senato, prevede infatti, uno stanziamento di 2 milioni di euro, cifra realmente insufficiente per completare interamente i lavori.
Nel frattempo il Mausoleo “vive” nella triste consapevolezza che purtroppo o per fortuna, la bella capitale italiana possiede un patrimonio culturale così imponente che spesso risulta particolarmente gravoso dal punto di vista economico. Mai però si dovrebbe dimenticare il prezioso dono che Roma possiede poiché essa vive nel ricordo di un’epoca ormai perduta nel tempo, ma che mantiene l’ombra regale di una città; la stessa città che rivive oggi in ogni strada, in ogni vicolo, in ogni piazza, in ogni fontana ed obelisco, avvolta in un caldo intreccio tra presente e passato.
In lei si manifesta la surreale consapevolezza dell’esistenza di un trascorso tanto importante quanto indelebile che va protetto. Protetto perché è il nostro stesso passato e richiede tutela e rispetto poiché tiene costante e viva dentro di noi, la consapevolezza di chi siamo e da dove veniamo.

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