Parigi e la dignità personale

Parigi e la dignità personale

“Parigi sotto attacco”. “Restiamo umani”. “Bastardi islamici”. Le dichiarazioni dei leader politici mondiali si susseguono con ritmo incessante. Il Presidente Hollande dichiara lo stato di emergenza. E la Paura diventa il nuovo “spettro che si aggira per l’Europa”.

Il finto panico da tastiera si diffonde sui social network, tutti diventano reporter o eminenti opinionisti. Il post diventa il nuovo comunicato stampa di qualsiasi disgraziato che, per unirsi ad un sano sentimento di solidarietà generale, lancia “agenzie” riguardanti gli attentati e possibili sviluppi clamorosi della vicenda. Prendono in prestito alcune frasi-fatte dal lessico giornalistico, costruendo una immensa catena umana di qualunquismo.

Purtroppo molti uomini non riescono a tacere di fronte alla morte, a riflettere, senza insulsi proclami, sull’orrore appena consumatosi. La serie di attentati a Parigi diventa il nuovo argomento del giorno, la novità che cambia finalmente la routine quotidiana. E questo fenomeno di massa, proprio in quanto tale, colpisce tutti, con accenti diversi, da destra a sinistra. Compresi i politici italioti senza un incarico di governo o alcuna responsabilità istituzionale, che occupano il tempo libero con dichiarazioni di puro sciacallaggio, da una parte, o di cieca ideologia moralista dall’altra.

Detto ciò non intendo sostenere la tesi che i terribili eventi di ieri notte (13/11/2015) non abbiano la rilevanza che i mass media gli stanno conferendo, anzi sono assolutamente convinto che questa tragedia cambierà il corso della storia in maniera irreparabile. Il punto è proprio qui. E’ che non so come! Non riesco in nessun modo ad immaginare una reazione dell’Unione Europea, al di fuori di un’ennesima marcia nel centro di Parigi.

Questo attacco ci dovrebbe chiarire il modello di conflitto che si è instaurato tra l’Occidente e lo Stato Islamico. Un vero conflitto antropologico, e non di civiltà perché il Daesh non rappresenta assolutamente la totalità dei fedeli musulmani. Questa guerra ricorda molto quella combattuta dagli Alleati contro i nazi-fascisti. La democrazia liberale contro il totalitarismo, il relativismo contro l’assolutismo religioso. Kant contro Filippo II di Spagna. La posta in palio è ben maggiore di qualche tonnellata di petrolio, si tratta del nostro modus vivendi, dei nostri valori liberali e democratici rinati con l’Umanesimo e diffusisi con l’Illuminismo, ma in realtà figli della gloria delle civiltà classiche.

L’oscurantismo di qualsiasi matrice, religiosa, politica,ecc., diventa la nuova ancora di salvezza per una società non in grado di sopportare la “falsificabilità” (grazie ancora Popper) delle sue teorie fondanti, da Dio alla relatività. Fino a poco tempo fa le grandi ideologie rassicuravano i “deboli di cuore” di fronte alle mareggiate della storia, accostando eventi inediti a quelli del passato o inserendoli in un progetto premeditato di varia natura.

Troveremo sempre qualcuno o qualcosa contro cui scagliarci, addossandogli molte colpe frutto di altri agenti: se per i pagani era colpa degli déi, per i cristiani di Satana, per i comunisti dei capitalisti, per gli integralisti islamici saremo noi occidentali, e noi rincorreremo armati qualche povero seguace di Maometto che non ha niente a che fare con l’Isis, ma al contrario è disposto ad attraversare il Mediterraneo su barconi fatiscenti pur di fuggirne.

In conclusione, non riesco ad immaginare alcuna soluzione a questo caos, apparentemente senza fine, all’interno del quale ci troviamo da tempo, ma che ieri sera ha subito una sferzata spaventosa. Penso solo di possedere qualche strumento utile per analizzarlo con raziocinio, consapevole della complessità e della gravità della situazione, ma senza rimanere totalmente inerme di fronte al torrente impazzito del sentimento generale, di cui tutti però facciamo parte.

E questi strumenti non sono altro che quelli dello studio e della cultura, messi a disposizione di tutti in questa “parte” del mondo. La possibilità cioè di una formazione libera ed indipendente che ci dà la consapevolezza della nostra dignità personale. Ecco la fondamentale differenza tra noi e loro.

 

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