Gli eroi di questo mese si chiamano Michela, Sorin e la loro figlia Denisa. Provengono dalla Romania, ma ormai da anni si sono trasferiti in Italia.
Quando abitavano nella loro terra d’origine, Sorin lavorava in una miniera di carbone. Nel 2007, la miniera sfortunatamente chiuse, costringendo Sorin a trovarsi un altro lavoro. Inizialmente, si trasferì in Sicilia, lontano dal resto della famiglia; sentiva molto la loro mancanza, ma la voglia di sacrificarsi per loro era più forte. In seguito, Michela e Denisa lo raggiunsero in Italia stabilizzandosi per un po’ di tempo a Roma. I primi tempi Sorin non riuscì a trovare un lavoro, fino a quando un amico gli offrì di lavorare con lui, cercando la legna. L’intera famiglia si stabilizzò in un paesino dell’entroterra abruzzese, di nome Collepietro. All’inizio, potevano contare soltanto su un lenzuolo ed una padella. Sorin si svegliava alle quattro del mattino, usciva a piedi andando a lavorare percorrendo molti chilometri, spesso in compagnia di temperature rigide. Rimaneva fuori tutto il giorno, tornava alle otto della sera con la legna sulle spalle, distrutto, per alimentare il fuoco e scaldare la casa. Dopo qualche mese, con la forza di volontà, riuscì a comprarsi un motorino, per rendere meno gravoso il viaggio.
Successivamente, il datore di lavoro incominciò a non pagarlo, rendendo difficile per Sorin mantenere la sua famiglia. Nel frattempo Denisa cresceva e spesso apriva il frigo dicendo alla madre: “ Mamma, perché è vuoto? Abbiamo solo l’aria”. La loro vita è stata contornata anche da una brutta malattia, che ha costretto la loro figlia a frequentare per un lungo periodo gli ospedali. Fortunatamente, la ragazza è riuscita a riprendersi, e con lei anche le sorti della famiglia sono cambiate. Infatti, molti sono stati gli aiuti prestati dagli abitanti del paese, che hanno preso a cuore la loro vicenda, fornendo contributi fondamentali per il sostentamento. Sorin nel 2008, ha trovato lavoro in un cantiere, è riuscito a comprarsi una macchina con duecento euro. Raccontano che alla vista del mezzo, la loro figlia ha esclamato: ”Papà, siamo ricchi!”. Nel 2011, hanno deciso di accendere un mutuo per comprare una casa tutta per loro, dove vivono tuttora.
Questa incredibile storia, rappresenta un bellissimo esempio d’integrazione, ci incita a riflettere su come possa essere difficile cambiare la propria vita improvvisamente. L’incertezza del domani, la malinconia di casa: solo chi ha visto passare sulla propria pelle queste vicende sa cosa si prova per davvero. Un’intera famiglia costretta ad abbandonare la propria casa per cercare fortuna in un’altra nazione, catapultati in un mondo di sacrifici e di problemi. Tutto questo, ci insegna ad apprezzare le fortune che abbiamo nella vita, anche ciò che l’abitudine trasforma in apparente banalità.