Il nuovo ciclo di finanziamenti promosso dalla BCE promette di dare ossigeno all’economia reale ma la risposta delle banche è più flebile del previsto, e il dubbio se i destinatari ultimi delle operazioni TLTRO ne beneficeranno permane.
Nello scenario di un’Europa in costante tensione tra l’esigenza di allentare i vincoli di bilancio stabiliti a livello sovranazionale e la necessità di rispettarli,possibilmente in modo rigoroso, di recente la Banca Centrale Europea (BCE) ha promosso una nuova serie di operazioni poco ortodosse al fine di stimolare l’economia reale ormai in recessione prolungata a causa delle politiche di austerity.A seguito del piano approvato nel giugno scorso dal Consiglio direttivo della BCE, la politica monetaria europea ha imboccato nuovamente la rotta delle misure non convenzionali che vagamente ricordano, ma da cui concretamente si differenziano, quelle sproporzionate iniezioni di liquidità che la Banca Federale Americana ha effettuato negli USA durante la crisi economica mondiale che proprio in America ebbe origine. E’ stato il numero uno dell’Eurotower Mario Draghi ad annunciare una serie di misure volte all’immissione di nuovo credito nel sistema finanziario a beneficio delle famiglie e delle imprese attraverso l’erogazione di prestiti alle banche ed istituti di credito. Tra queste misure, oltre all’acquisto di titoli cartolarizzati ABS, spicca il cosiddetto piano di operazioni TLTRO – TargetedLonger-TermRefinancingOperations – il cui scopo è ridare ossigeno alle categorie produttive del continente europeo strette nella morsa del creditcrunch. Tale manovra consente alla BCE di erogare ingenti prestiti, a tasso prossimo allo zero, alle banche europee, a patto che queste rispettino un target preciso: far fluire la liquidità ottenuta nei portafogli delle famiglie, e delle piccole e medieimprese impossibilitate a rilanciare gli investimenti privati per mancanza di credito. Tuttavia, la prima tranche di TLTRO, tenutasi il 18 settembre 2014e che ha assegnato €82,6 miliardi, ha deluso le aspettative dei mercati, e non sono mancate le critiche di coloro che hanno ricordato l’esito deludente delle precedenti operazioni LTRO – Long-TermRefinancingOperations –effettuate in due tranche nel 2011 e nel 2012. Sebbene il nuovo programma di finanziamenti TLTRO si differenzi da queste ultime per la condizionalità imposta a favore dell’economia reale, la sua struttura di base inequivocabilmente richiama i fallimenti delle LTRO. Basti ricordare che i prestiti concessi dalla BCE alle banche grazie alle LTRO, al fine di alleviare i problemi di liquidità di queste ultime, furono invece impiegati in attività speculative di carrytradead alto rischio. Per tale motivo, senza un meccanismo di controllo e monitoraggio il rischio che il piano di TLTRO manchi l’obiettivo ultimo è reale e concreto. Parole che pesano come macigni arrivano dallo stesso Draghi, che avverte: l’Europa potrebbe stagnare ancora a lungo, e le stime lo confermano, se gli Stati membri non porteranno a termine quelle agognate riforme strutturali che impediscono all’economia di ripartire. Un monito ai governi, quindi, che invita ad accelerare la lunga gestazione delle riforme perché gli aiuti della BCE sono, e saranno, pro tempore.
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