Dopo 5 anni da I Doni della Morte Parte 2 la saga di Harry Potter torna al cinema e si riconferma campione di incassi, richiamando i vecchi appassionati e portando nuovo pubblico. Dopo il “flop” che è stato La maledizione dell’erede, i fan non sapevano che aspettarsi da questa nuova pellicola e invece, nonostante l’ambientazione diversa, non è stato difficile ritrovare la magia dell’infanzia. Il nuovo film dal titolo Animali fantastici e dove trovarli è in realtà un prequel della famosissima saga del maghetto con gli occhiali, ambientato nell’America di fine anni ’20, nato avventura singola su come fosse stato scritto un libro di testo usato a Hogwarts e poi diventato il primo di cinque film che arriveranno fino alla conclusione della seconda guerra mondiale.
Ma a cosa è dovuto il successo della pellicola? Il nome di un franchising affermato sicuramente consente di portare in sala una fetta di pubblico, ma se il risultato non soddisfa le aspettative è dura che ci sia una seconda visione. E invece pare proprio che certi spettatori siano tornati più e più volte. Questo perché il film non si riduce a una semplice caccia alle creature scappate (come si era creduto al momento dell’annuncio) ma presenta anche un lato più cupo con riferimenti ai capitoli finali della saga principale. Questa divisone su due livelli è il motivo del successo: i bambini che vogliono entrare nel mondo magico si godono la tenerezza di quei buffi e particolari animali, mentre i più grandi possono continuare a rispecchiarsi nel protagonista che non è più un ragazzino ma un uomo cresciuto – come i primissimi fan della saga – che affronta temi più adulti, delicati e sempre attuali come ad esempio il razzismo, sia da parte dei no-mag che vogliono uccidere tutti i maghi dando vita ad una seconda Salem, che dei maghi che vietano i matrimoni con i non magici. Il tutto è contornato dall’America del proibizionismo, scenario riprodotto fedelmente che si riflette anche sulla società magica con risvolti complicati per i protagonisti; i drastici passaggi da siparietti comici a scene di violenza minorile sottolineano ancora di più la doppia faccia degli Stati Uniti dell’epoca. Il film resta ovviamente un prodotto per famiglie, quindi spesso alle scene più cruente si allude solo: i genitori capiscono e i figli vengono introdotti alla tematica.
Questa volta non c’è un trio principale, i protagonisti sono quattro, di cui uno è un no-mag, e lo spettatore non può fare a meno di affezionarsi a tutti, anche a colui che a inizio film può sembrare più frivolo: al momento dell’ultima scena è ormai entrato in tutti i cuori.
Menzione speciale la meritano gli effetti speciali e la computer grafica. La nuova uscita riesce a impressionare grandi e piccini che ormai sono abituati dalle produzioni Disney ad avere almeno un’esplosione a film; più che negli incantesimi o nella battaglia finale, la vera magia dell’animazione sta nel caratterizzare tutti i vari animali fantastici e far sì che lo spettatore ne desideri uno a casa propria dopo averli adorati tutti; un film di cui una visione in 3D sarebbe opportuna.
In conclusione è un film per tutti sulla carta, ma ad apprezzarlo maggiormente saranno senza dubbio i fan di vecchia data perché sarà fatta luce su alcuni punti oscuri della storia (in effetti, la prima visione può risultare in qualche modo “incompleta” se non si conosce per niente la serie principale); è un film da vedere e poi rivedere per poter apprezzare al meglio alcune scene dopo il grande colpo di scena finale (che forse uno di quei suddetti attenti fan della saga poteva provare a intuire).
Dopo tutto questo tempo Harry Potter fa ancora parlare di sé e probabilmente continuerà così per ancora molto tempo, aspettando tra due anni Animali fantastici 2 e poi le altre tre pellicole successive, in cui torneranno delle vecchie conoscenze come Silente oppure Colui-che-non-deve-essere-nominato ai tempi in cui era ancora un semplice studente di Hogwarts. C’è tempo fino ad allora per mettersi in pari con i libri e poter apprezzare a pieno la magia, perché anche se non sarà la saga cinematografica migliore di sempre è innegabile che abbia segnato una generazione.
A cura di Ludovica Esposito