Ormai da qualche mese, i più attenti avranno notato in giro per la capitale cartelloni di un’immortale Audrey Hepburn, in bianco e nero, mentre stringe dei colorati palloncini in mano. Quest’immagine, oltre ad essere un esempio del talento del noto fotografo David Seymour, è anche la nuova locandina della Festa del Cinema di Roma, che animerà la città dal 26 ottobre al 5 novembre.
L’evento cinematografico, arrivato alla 12° edizione, rappresenta ormai una certezza del settore, tanto per qualità quanto per capacità di attrarre, entrambe caratteristiche che ben presto verranno messe in mostra, coinvolgendo ed inglobando il complesso urbano tutto. Anche quest’anno, come gli altri anni, infatti, l’intento della Fondazione Cinema per Roma e di Antonio Monda (riconfermato Direttore artistico grazie ai brillanti risultati conseguiti nelle scorse edizioni) è quella di portare in scena uno spettacolo di luci, cinema, talento e molto altro che non resti chiuso tra le pareti del festival in sé (per altro, pareti dell’Auditorium Parco della Musica, il complesso multifunzionale progettato da Renzo Piano), ma che vada a creare un unicum con il resto della città, portando avanti l’ambizioso progetto di rendere Roma un polo di attrazione di talento e volontà, quasi come ai tempi d’oro di Cinecittà.
In base a quanto detto nella conferenza di presentazione del programma ufficiale, tenutasi il 10 ottobre scorso, questa 12° edizione vedrà in gara ben 39 film all’interno della Selezione Ufficiale, di cui 6 in collaborazione con Alice nella città, oltre a 4 Eventi Speciali, 4 Preaperture, 4 Restauri e Omaggi, 1 Retrospettiva, 11 Riflessi, 7 Film della nostra vita e altri 17 Eventi Ufficiali, arrivando a coinvolgere la bellezza di 31 paesi diversi all’interno della stessa manifestazione. Tralasciando i numeri, la direzione Monda, già artefice della presenza su suolo romano, in passato, di artisti del calibro di Meryl Streep e Tom Hanks, regalerà agli appassionati del genere la presenza di figure di spicco tanto italiane quanto estere: da Fiorello a Nanni Moretti, da Chuck Palahniuk (autore del celebre romanzo Fight Club) a Xavier Dolan, passando per Christoph Waltz, Jake Gyllenhaal, Ian McKellen e David Lynch, il quale vedrà consegnarsi il Premio alla carriera direttamente dalle mani del collega Paolo Sorrentino. Nomi importanti, che vanno ad accrescere il peso della Festa a livello internazionale. Peso, come già detto, supportato anche dalla qualità dei lavori in gara: ad aprire le danze sarà il western di Scott Cooper “Hostiles”, con Christian Bale e Rosamund Pike, proseguendo poi con “Trouble No More” (proiettato in anteprima mondiale), “Borg McEnroe” (storia degli eterni rivali del tennis durante la celebre finale di Wimbledon 1980), passando anche per “Una questione privata”, dei fratelli Taviani, con protagonisti Luca Marinelli e Valentina Bellé, chiudendo il tutto con il ritorno alla regia di Paolo Genovese, nel film “The Place”.
Ai contenuti spettacolari promessi, dunque, dal festival, va ad aggiungersi il ruolo della città, per coronare il tutto; l’idea di fondo, che ha dato origine a questa tradizione ormai consolidata, è quella di non poter escludere un luogo con la storia e la potenza artistica di Roma da un’occasione del genere. Ed è così che viene fuori il progetto di rendere il festival quasi itinerante, alla portata di tutti, organizzando proiezioni in replica all’interno di cinema sparsi per la città, quali Admiral, Città del Cinema, Cinema Trevi (alcune delle quali gratuite), ma anche all’interno di scuole, del museo MAXXI e, novità di quest’anno, anche all’interno del Policlinico Gemelli e del carcere di Rebibbia. Decisamente un elemento distintivo e di orgoglio rispetto a molti altri eventi di questo genere, a livello tanto italiano quanto mondiale, quasi come la forte presenza di volontari di tutte le età e di tutte le qualifiche tra gli addetti ai lavori.
Mettendo insieme tutti questi fattori, quindi, viene fuori un progetto importante, forse non ancora adeguatamente riconosciuto tanto dai media quanto, purtroppo, dallo stesso popolo di Roma, ma che merita invece di essere sostenuto e portato avanti; la grandezza della Festa del Cinema, infatti, risiede nell’intenzione di prendere un prodotto elitario e prezioso quanto può essere il cinema d’autore, per offrirlo ai più, trascinarlo fuori dalle pareti di velluto in cui era stato segregato dalle altre competizioni cinematografiche, per farlo girare tra le strade, farlo toccare con mano a gente di tutti i ceti e di tutti i tipi di convinzioni, ridando, effettivamente, ai film quel ruolo educativo e unificante che è l’anima stessa che ha portato alla loro rapidissima crescita e diffusione.
Con quanto detto, per questi 10 giorni, fatevi un regalo e fatelo alla vostra città: andate al cinema, innamoratevi delle immagini, commuovetevi della storia e riscoprite la bellezza. Ne varrà la pena.
A cura di Giulia Nino