Forti, caparbie, ambiziose, inarrestabili. Questo Otto Marzo abbiamo scelto di celebrare cinque grandi donne che hanno segnato la loro, ma anche più generazioni; e che continuano ad ispirare le giovani di tutto il Mondo. Vite incredibili, diverse tra loro, ma tutte vissute a pieno e tutte simbolo di indipendenza, innovazione e rivoluzione. Buona Festa delle Donne a tutte e buona lettura!
“Non ho mai scritto una parola che non provenisse dal mio cuore. E mai lo farò.”
É il 1855. Il Pittsburgh Dispatch pubblica “What Girls Are Good For”; un articolo sessista in cui l’autore declama che alle donne non dovrebbe essere permesso di lavorare, o di avere un’istruzione, in quanto ciò le avrebbe rese mostruose ed allontanate dai loro compiti naturali, quali cucinare e fare figli. Nellie Bly, nata Elizabeth Jane Cochran, scrive un’infuocata risposta a quell’articolo che tanto l’aveva sconcertata. È l’inizio di un’incredibile carriera. Appena ventenne è corrispondente in Messico per sei mesi, dove studia gli usi e i costumi dei locali concentrandosi soprattutto sulla povertà in cui vivono donne e bambini, venendo poi espulsa per aver denunciato la reclusione di un giornalista per volontà del dittatore Porfirio Díaz. La Bly scrive sulle drammatiche conseguenze del sessismo nella società e sull’attualità della lotta per i diritti delle donne, arrivando a farsi ricoverare in un manicomio per vivere in prima persona le torture riservate alle sventurate rinchiuse al suo interno, nasce infatti con lei il giornalismo sotto copertura. Raggiunge l’apice del successo nel 1889, quando emula il giro del mondo di Phileas Fogg, il personaggio fittizio del romanzo del 1873 di Jules Verne, “Il giro del mondo in ottanta giorni”, arrivando addirittura a battere il record in 72 giorni, 6 ore, 11 minuti e 14 secondi. Dopo una breve pausa dal giornalismo, rientra in campo scrivendo come corrispondente di guerra per il The Evening Journal durante la Prima Guerra Mondiale e poi per il Congresso delle Suffragette del 1913. Con la sua irrefrenabile curiosità, il suo stile affilato, la fede nel potere dell’informazione, Nellie Bly ha rivoluzionato il giornalismo, sfidando gli stereotipi femminili di fragilità e dipendenza, aprendo le porte a milioni di donne in cerca di una professione, e diventando la madre di tutte le giornaliste.
– Francesca Feo
“Tutto comincia dalle stelle.”
Margherita Hack è la più nota astrofisica italiana, fiorentina, la sua vita è un viaggio alla velocità della luce tra pianeti, astri e galassie. Terminati gli studi superiori decise di continuare a formarsi iscrivendosi alla facoltà di fisica, coltivando ciò per cui sentiva di essere più portata. Iniziò ad occuparsi di spettroscopia stellare e lavorò anche alla radioastronomia, una scienza in cui si uniscono stelle e onde radio, intraprese con successo la carriera di divulgatrice scientifica, tenne corsi di astrofisica e collaborò con università straniere in qualità di ricercatrice per scoprire dettagli su un mondo sconosciuto in anni in cui la scoperta dell’espansione dell’Universo era ancora fresca e non si sapeva ancora niente dell’evoluzione di stelle e galassie. Enormi furono gli sviluppi didattici che Margherita promosse all’Università di Trieste, nella quale creò e successivamente trasformò un piccolo istituto di provincia in un istituto esposto alla ricerca astronomica internazionale e ai grandi progetti di punta, ella stessa ne fu direttrice fino al 1990, diventando la prima donna in Italia a dirigere un osservatorio astronomico. Margherita era affascinata dalle stelle, le studiava, cercava di conoscerle e i suoi studi furono importanti per la classificazione spettrale di alcune categorie di stelle. Dedicò la sua vita allo studio del Cosmo, diventando simbolo dell’Astrofisica nel Mondo. La sua frase più nota è “Tutto comincia dalle stelle”, proprio perché i suoi studi dimostravano che tutto ciò che esiste in natura compreso l’uomo è fatto di carbonio, idrogeno, ossigeno e azoto, gli stessi elementi che compongono le stelle. E lei per prima era così, fatta della stessa essenza delle stelle; e quando nel 2013 questa grande donna si è spenta sulla Terra ha iniziato a brillare in cielo, diventando un’altrettanto grande e luminosa stella in quel cielo che per tutta la vita l’ha affascinata.
– Paola Nardella
“L’angoscia e il dolore. Il piacere e la morte non sono nient’altro che un processo per esistere”.
Frida Kahlo nasce nel 1907 in Messico, tuttavia sente di appartenere al 1910, alla rivoluzione messicana e al Messico moderno. Presto scopre di essere affetta da spina bifida ma, determinata più che mai, decide di diventare medico. All’età di 18 anni un incidente la costringe ad un letto di ospedale per mesi e compromette la realizzazione dei suoi sogni, oltre a rendere la vita di tutti i giorni tremendamente difficile. In quel periodo inizia ad interessarsi anche di politica, ma è l’arte a salvarla: dipinge autoritratti, con l’uso di uno specchio che la aiuta a restare sdraiata, lo fa per vincere la solitudine e esternare la sua profonda sofferenza. Non perde mai la voglia di vivere e sposa Diego Rivera, un muralista: nonostante la loro relazione sia turbolenta, continua fino alla morte di Frida. Dopo la morte giunge il suo successo: la capacità di emergere nonostante fosse parte della minoranza, vittima della società ma soprattutto della vita stessa, le fa dimostrare la sua capacità di reagire. Nel 2001 verranno stampati per la prima volta francobolli statunitensi con il ritratto di una donna latinoamericana, ma già a partire dagli anni ‘70 Frida era diventata archetipo delle minoranze culturali, simbolo del femminismo e della comunità LGBT. È protagonista di libri e canzoni -prima di quella dei The Kolors a Sanremo, “What the water gave me” dei Florence+The Machine-. Una donna forte che ha lasciato la sua impronta perché pittrice, poetessa e rivoluzionaria, ma prima di tutto meraviglioso essere umano.
– Francesca Cresta
“Non permettere a nessuno di farti sentire inferiore senza il tuo consenso.”
Una frase, dichiarata da Eleanor Roosevelt, diretta alle donne, da tenere sempre a mente e forse, in questo giorno, un po’ di più. La “first lady of the world” fu guidata per tutta la sua vita da uno spirito libero e coraggioso. Fu la prima donna ad osar parlare di diritti umani ed uguaglianza, in un’epoca, il 1900, in cui il patriarcato e la segregazione razziale regnavano sovrani. Le dobbiamo tanto, per il suo impegno verso i diritti delle donne, degli afroamericani, degli immigrati e per la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, di cui fui una delle più convinte fautrici. Non permise mai di essere sminuita, di essere relegata ad un ruolo più “consono” al suo genere. Studiò, girò il mondo e non smise per un attimo, fino al suo ultimo giorno, di far sentire la sua voce. Eleanor Roosevelt, con la sua meravigliosa determinazione, ha una lezione importante da insegnarci, più attuale che mai: essere donna è un potere, piuttosto che una debolezza. Un promemoria che abbiamo l’obbligo di apprendere e diffondere per tutte le donne che ancora oggi sono umiliate ed oppresse, per ricordare loro di come la volontà di cambiare il mondo sia l’arma più potente che abbiamo a disposizione.
– Desirèe Palombelli
“Non lasciare che nessuno ti dica cosa puoi o non puoi fare, cosa puoi o non puoi ottenere. Fai quello che vuoi e sii chi desideri.”
Il volto di Emma Watson è conosciuto sin da quando era bambina. Diventa famosa grazie all’interpretazione della brillante Hermione Granger nella saga di Harry Potter; ma Emma, fuori dallo schermo, si dimostra altrettanto brillante. Alla tenera età di 10 anni si aggiudica il ruolo di Hermione, che interpreterà in tutti i film della saga, conclusa nel 2011. Sempre quell’anno entra a far parte del cast di “Noi siamo infinito” e la sua performance riceve numerosi apprezzamenti dalla critica. Recita inoltre nelle pellicole “Bling Ring”, “Noah” e nel thriller “Regression”. Nel 2015 prende parte nel ruolo di Belle, al live-action del classico Disney “La bella e la bestia” e poi al film ”The Circle”. Emma, tuttavia, non si accontenta di essere una delle migliori e più pagate attrici della sua generazione: si laurea in Letteratura Inglese alla Brown University e diventa un’attivista impegnata soprattutto nella lotta per la parità di genere. Viene infatti nominata “Goodwill Ambassador” dall’UN Women, l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa della parità di genere e di ruolo delle donne nel mondo. Sei mesi dopo la sua nomina, per il lancio della campagna “#HeforShe” pronuncia un discorso dove afferma: “Il femminismo è la convinzione che donne e uomini debbano avere uguali diritti e opportunità. […]Ma le mie recenti ricerche mi hanno rivelato che la parola “femminismo” è diventata impopolare. […] Se odiate ancora la parola, non è la parola che importa. Sono l’idea e lo scopo che ci sono dietro. […] Se smettiamo di definirci l’un l’altro per quello che non siamo e iniziamo a definirci per quello che siamo, possiamo tutti essere tutti più liberi”. “#HeforShe” guadagna un grande consenso, così come un’altra sua iniziativa: “OurShared Self”, un book club virtuale. Da poco al ventiseiesimo posto tra le cento persone più influenti al mondo dalla rivista Time, ha recentemente donato un milione di sterline per la creazione di un fondo volto a sostenere le donne vittime di abusi e molestie sessuali sul lavoro. Emma, oggi come ieri, con ogni sua azione, continua a lottare per la parità di genere per un mondo dove “we can all be freer”.
– Ilenia Matteucci