Anche in Francia vento di rinnovamento: stavolta però è di colore nero, come la pece.

Anche in Francia vento di rinnovamento: stavolta però è di colore nero, come la pece.

Dopo le “fiftyshades of green” che da qualche anno hanno consacrato il successo politico di Matteo Salvini che è così andato a soppiantare il vetusto ma sempre “sessualmente sull’attenti” Umberto Bossi, pare che questi primi mesi del 2015 abbiano stimolato le querelle interne al Front National (querelle che purtroppo o per fortuna non vertono sul versante sessuale, essendo questo esclusiva prerogativa italiana di cui andar fieri).

I panni sporchi si lavano in casa propria ma sembra che la famiglia Le Pen abbia preferito abbandonare la soffusa e tenue luce dei focolari domestici per irrompere agli albori della cronaca.
Se c’è qualcosa che ha accomunato da sempre i movimenti della destra reazionaria è la spiccata attitudine alla coesione che, però, non risulta contraddistinguere Casa Le Pen.
Il banco di prova, questa volta, sono state le Elezioni Regionali francesi in Provenza-Costa Azzurra dove Le Pen padre, fondatore e Presidente del FN, aveva annunciato di voler candidarsi come capolista.
Evidentemente troppo scomodo per una Marine che nel giro di tre anni è riuscita a quadruplicare gli iscritti del proprio partita, ad avere ampia diffusione fra i giovani laureati e scaraventare il partito ai massimi picchi di popolarità e consensi (consensi che una falange reazionaria, in Francia, non aveva dai tempi della compianta Repubblica di Vichy).
Ed è proprio tale idolatria da parte del Padre verso i tempi che furono che Marine non condivide, così come il definire le camere a gas “un dettaglio della storia”.
La “peste bionda”, come la definiscono i media francesi, la “rossa” Marine, come quasi sicuramente apparirà agli occhi del padre, ha ben capito che l’aver fatto man bassa di consensi è stato dovuto al rigetto di quegli ideali propri di un periodo che ormai è storicamente e politicamente definito “medioevo”.

Si annunciavano lamentale dinanzi l’ufficio esecutivo, la dissidenza pareva essere rientrata ma proprio qualche giorno fa la rottura definitiva: l’Ufficio politico del FN ha sconfessato il vecchio leader, revocandogli la tessera e garantendo piena fedeltà a Marine.

Motivo del “ritorno di fiamma” sarebbero state ancora delle dichiarazioni negazioniste su alcuni quotidiani francesi.
Il nostalgico Jean Marie non ha deciso di tacere e rinchiudersi in una casa di riposo per gerarchi nazisti, come sperava Marine.
A poche ore dall’estromissione politica, Le Pen padre ha risposto alla figlia con un secco “Non voglio porti il mio nome”, invitandola poi a fare campagna con il cognome del coniuge.

Qualcuno l’avrà tanto attesa, qualcuno ci avrà sperato: l’azione di disconoscimento della paternità starà per fuoriuscire dai cassetti della famiglia Le Pen.

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