La mostra “Pixar. 30 anni di animazione” a Palazzo delle Esposizioni ci ha fatto fare un salto nel passato, ci ha fatto tornare in mente di quando eravamo bambini, ma non solo. Vedendo come i personaggi che tutti abbiamo amato hanno preso vita e si sono trasformati da idee a bozzetti, da bozzetti ad acquerelli e passando per i colorscript e il rendering digitale sono arrivati a noi non abbiamo potuto evitare di sorridere.
Perché i film di animazione non sono solo “cartoni animati”, ma hanno un’anima e un concept di fondo molto profondo che riescono a rendere pesci, cani e dinosauri parlanti credibili quanto attori in carne ed ossa, e forse anche di più. Vi presentiamo allora una breve carrellata di riflessioni e curiosità che riguardano i nostri preferiti.
Monsters & Co (2001) è stato uno dei più grandi successi della Pixar. Candidato a tre premi Oscar e vincitore di uno, narra la storia di due mostri (Sulley e Mike) le cui vite vengono stravolte dall’arrivo di una bambina (Boo), la quale ride alla loro vista anziché gridare. È proprio l’incontro con lei a segnare l’inizio della loro disavventura. Monsters&Co è una pellicola comica ma anche (e soprattutto) commuovente: a scene divertenti e richiami cinematografici vari si affiancano, infatti, il tema dell’amicizia e la tenerezza del rapporto tra Sulley e Boo. Il risultato è un film evergreen, adatto sempre e a tutti e ad ogni momento.
di Virginia Della Torre
Sicuramente sui generis nel panorama dei film di animazione Pixar, Inside out (2015), come sottolinea il suo regista Pete Docter, esplora “un posto che tutti conoscono ma dove nessuno è mai stato”, vale a dire la mente umana. Innovatrice è certamente l’attenzione all’ambito scientifico (il regista ha consultato un esperto in neuroscienze dell’università di Berkeley). È infatti chiaro anche dai drafts presentatati al pubblico nella mostra quanto il team creativo della Pixar si è focalizzato infatti non solo sulla creazione dei personaggi delle emozioni, ma soprattutto sulla rappresentazione della mente umana in sé e dei suoi “luoghi”, creando un mondo surreale ed allo stesso tempo molto vicino alla nostra realtà.
di Angela Venditti
“Non tutti possono diventare dei grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in chiunque”, questa la frase che racchiude appieno lo spirito dell’ottavo lungometraggio Pixar, Ratatouille, uscito nel 2007. Il film è il primo ad essere ambientato in una città realmente esistente: Parigi. Narra la storia dello straordinario topolino Rémy, dotato di un senso del gusto e dell’olfatto fuori dal comune, che sogna di diventare un grande chef nella cucina del ristorante stellato dello chef Gusteau. Rémy ci insegna a coltivare le nostre peculiarità e le nostre passioni, sono proprio quelle che ci rendono unici e capaci di realizzare i nostri sogni. Come in ogni opera Pixar l’aspetto della ricerca è fondamentale, i creatori del film hanno impiegato ore a studiare i dettagli che avrebbero reso il più realistico possibile l’ambiente della città e dei ristoranti haute cuisine. Pensate solo al fatto che gli animatori hanno realizzato al computer circa 270 piatti diversi, ciascuno dei quali è stato preparato in una cucina reale!
di Beatrice Offidani
Un popolo vessato costretto da potenti usurpatori a rinunciare al frutto del proprio lavoro per sopravvivere. No, non è il Das Kapital di Karl Marx, ma la sinossi dei primi minuti di A Bug’s Life. Capolavoro della Pixar del 1998. Nella storia, il nostro eroe Flik fomenta una vera e propria rivoluzione del proletariato, guidando il popolo del formicaio a combattere contro le cicale che per anni le avevano schiavizzate, nutrendosi della loro manodopera. Una coming of age story dove non sarà solo il protagonista a maturare, bensì tutto il suo mondo, imparando ad accettare ed a valorizzare le differenze dei suoi componenti; è una storia adatta a grandi e piccini, con dialoghi profondi accompagnati da esilaranti gag visive. Nonostante l’aspra battaglia contro “Z la Formica” -opera DreamWorks- al Box Office, il film incassò 363 milioni di dollari sbaragliando la concorrenza.
Versione adatta ai bambini di “Sette Samurai” di Akira Kurosawa, “A Bug’s Life” si è ritagliato il suo posto di successo nella storia della Pixar. Con 20 nomination tra Oscar, Golden Globes ecc. e 14 vittorie, è ancora quotato come uno dei migliori film d’animazione dell’epoca, mantenendo ancora oggi una buona valutazione su Rotten Tomatoes. Come direbbe il nostro protagonista, “Per la colonia e per le formiche oppresse di tutto il mondo!”
di Francesca Feo
WALL•E uscì nelle sale italiane nel 2008, dieci anni fa: è il racconto di un piccolo robot, unico barlume di vita in un pianeta Terra completamente disabitato, abbandonato dai suoi stessi abitanti a causa dell’inquinamento e dei rifiuti. È un cartone solo all’apparenza: in realtà è una disarmante critica alla popolazione del pianeta Terra, una condanna del genus vivendi di ognuno di noi, caratterizzato da sprechi, consumi e per niente sensibile all’ecosostenibilità. La mostra pone l’accento su come questo ‘robottino’ abbia potuto raccontare tante cose senza dire nemmeno una parola, essere espressivo anche se non umano. WALL•E è critica, amore, senso comune, ecologia, solitudine, e infinita tenerezza.
di Fiammetta Del Mancino
“Un look caricaturale che avrebbe potuto armonizzare la vivida complessità delle emozioni con gli eventi fantastici del film.”
Con queste parole, un pannello esplicativo della mostra cattura i due elementi più significativi del film Up (2009): da un lato, le forme esagerate e stilizzate che caratterizzano l’estetica del film, ancora più evidenti nei bozzetti e nei concept grafici esposti; dall’altro, un rollercoaster di emozioni che porta gli spettatori in un viaggio tra solitudine, sogni, avventura, suspense, un’amicizia improbabile tra il vecchio Carl e il giovane Russel, e un grandissimo amore amore. Una parte consistente dei bozzetti e dei colorscript esposti è proprio dedicata alla storia d’amore tra Carl ed Ellie, un fan favourite di chi ha apprezzato il film.
di Andrea Gradi
Finding Nemo (Alla ricerca di Nemo) è un film del 2003 che parla di un pesciolino orfano che viene scaraventato fuori dalla sua comfort zone, la sua anemone, e impara a cavarsela da solo. Un personaggio altrettanto importante è il padre, Marlin, che rimasto vedovo diventa paranoico ed apprensivo più che mai, ed è spinto a vincere le proprie paure per difendere quelli che ama. È un film che parla di amicizia, di avventura, di coraggio e di fiducia -in sé stessi e negli altri. La pellicola ha vinto un premio Oscar nel 2004, e la simpatica pesciolina azzurra Dory, compagna di Marlin nelle sue (dis)avventure, ha dal 2016 un film dedicato alla sua storia, che si piazza ora al quarto posto per Box Office dell’animazione Pixar, preceduto proprio da Finding Nemo.
di Francesca Cresta
Per concludere, vi faccio notare una cosa a cui non avevo mai pensato. Mi sono resa conto che in fondo gli attori fingono, rappresentano quello che non sono nella vita, mentre i personaggi dei film di animazione sono sempre sé stessi mentre noi li osserviamo che viaggiano nei loro mondi. Forse è proprio questo che rende le loro performance così speciali. Loro non recitano, sono. E nelle loro vite ci sono le stesse nostre emozioni, e in ogni loro storia un insegnamento prezioso. Forse da grandi è ancora più consigliato tornare a vedere queste opere d’arte proprio per capirle al meglio, in modo più conscio, ed apprezzare il valore del grande lavoro che viene svolto per trasmettere messaggi tanto complicati agli occhi dei bambini, attraverso la semplicità.
Introduzione e Conclusione a cura di Francesca Cresta