14 Febbraio 2018, San Valentino, giornata dedicata all’amore e agli innamorati. La stessa giornata in cui diciassette sorrisi sono stati brutalmente spenti dalla follia omicida del 19enne Nikolas Jacob Cruz, scatenatasi nella scuola di Parkland, Florida.
È così che Jaclyn Corin e David Hogg, compagni di scuola, ricordano e ricorderanno per sempre questa ricorrenza. Il racconto di Jaclyn all’International Journalism Festival 2019 (svoltosi a Perugia dal 3 al 7 Aprile) riassume brevemente lo sgomento provato dalla ragazza durante la sparatoria nella quale sono rimasti coinvolti e uccisi diciassette compagni. Diciassette giovani innocenti. Diciassette amici, fratelli, sorelle, volti felici che non rideranno mai più. A distanza di più di un anno è fin da subito percepibile come il tempo non abbia scalfito il dolore per una perdita che non sarebbe accaduta se le leggi americane sul porto ingiustificato di armi, in particolare di fucili, fossero state diverse.
Ed è proprio su questo aspetto che Jaclyn si concentra maggiormente, sottolineando come sia fondamentale che la richiesta di cambiamento nasca dai ragazzi, americani e di tutto il mondo. “There is a hero and a change-maker in every young people”, queste le parole della 18enne americana che colpiscono nel profondo, coinvolgendo ogni giovane di ogni nazionalità. Una richiesta di aiuto e supporto per portare avanti la voglia di un cambiamento più che necessario in uno dei Paesi tra i più sviluppati al mondo.
Quello su cui invece si focalizza il discorso di David è il ruolo del giornalismo in tragedie come quella vissuta da lui e dagli altri studenti della Marjory Stoneman Douglas High School: farsi portavoce di un problema per il quale troppi giovani sono stati atrocemente strappati alla vita, distrutti da una furia omicida ingiustificata eppure ancora libera di agire. David racconta di aver preso la decisione di documentare questa terribile esperienza dopo essere tornato a casa, di fronte al pianto straziante della sorella, distrutta dalla perdita di quattro tra i suoi amici più cari. Questo spinge il giovane a filmare, raccontare, dare voce non solo ai propri sentimenti, ma a quelli di tutti i suoi compagni.
Proprio da questa voglia di trasmettere informazioni vere, non solo le solite fake-news che spopolano sul web, nasce il movimento March For Our Lives, che coinvolge circa un milione di persone, rivelandosi un successo di dimensioni nazionali, ma non solo. Molti sono i giovani ispirati dalla grande forza di volontà dei due poco più che adolescenti, che decidono di tentare un primo approccio di ribellione nei confronti delle politiche del governo, e non solo di quello americano. Ne è un esempio il caso di Greta Thumberg, la sedicenne svedese che tramite il suo sciopero silenzioso è riuscita in poco tempo a sensibilizzare migliaia di giovani sulla tematica del cambiamento climatico, coinvolgendoli in manifestazioni di massa che catturano subito l’attenzione dei media. I due ragazzi si definiscono onorati di poter rappresentare un esempio, e si augurano che in breve tempo le proteste condurranno ai risultati sperati, a cambiare gradualmente il volto di un Paese nel quale, ad oggi, collezionare armi e salvaguardare la sicurezza di giovani vite umane sembrano poter ancora essere posti sullo stesso piano.
A cura di Martina Mancino