Christmas Blue: il lato nascosto del Natale

Christmas Blue: il lato nascosto del Natale

“You’ll be doing all right, with your Christmas of white but I’llhave a blue, blue, blue Christmas…” cantava Elvis Presley negli anni cinquanta e con lui Francesco Guccini “Come in un libro scritto male, si era ucciso per Natale” (Incontro, 1972), ma cos’è di preciso questo fenomeno che gli americani chiamano “Christmas Blue” o più semplicemente “depressione natalizia”?

Si sta parlando di una vera e propria sindrome psicologica che gli esperti stanno studiando da tempo e che è sempre più diffusa, le statistiche infatti mostrano che a soffrirne è attualmente una persona su due. Colpa di un mix di fattori secondo la psicologa e psicoterapeuta Francesca Santarelli: alla stagione invernale, che con le sue giornate più brevi trasmette un senso di malinconia, si aggiunge un clima di forzata e imposta felicità dovuto per il Natale, che fin da bambini impariamo a vivere come momento di gioia, ma che poi con l’avanzare dell’età suscita sempre più sentimenti di nostalgia.

Le emozioni, che spesso sono messe da parte a causa della frenesia della vita di tutti i giorni, vengono vissute più intensamente durante le festività e fanno riemergere le difficoltà che si credevano ormai risolte, andando ad acuire in alcuni un senso di solitudine. Non aiuta il fatto che questo è quel periodo dell’anno in cui si tende a fare bilanci, a “tirare le somme”, a guardare quello che si è realizzato per poi metterlo a confronto con cosa, invece, non si è concretizzato; in base a quale valutazione diamo ai nostri fallimenti tante emozioni possono contrapporsi e, talvolta, delusione e tristezza prevalgono fino a diventare in casi estremi una vera e propria depressione.

Per non cadere vittime del Christmas Blue è importante affrontare il Natale non come un “dovere” ma come un “piacere”, non dobbiamo essere felici a tutti i costi e dunque considerare la tristezza come un’emozione sbagliata che non dovrebbe essere provata in questo periodo. Non dimentichiamoci che i bilanci di fine anno sono utili solo se sono propositivi ed è sbagliato trasformarli in una lista di autocritiche non richieste, al posto di focalizzare l’attenzione solo sui problemi personali utilizziamo questa festività quale migliore occasione per essere più solidali!

Con la promessa di non dimenticare chi è da solo, auguro a tutti voi di trascorrere il Natale che desiderate!!!

Articolo a cura di Alessia Brizio

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