Incontro con il Colonnello pilota della Guardia di Finanza, Joselito Minuto, Capo Centrale Operativa – Comando Generale G.d.F.
L’odore del mare e della salsedine; il chiarore e la purezza di un’ alba che vede i suoi raggi illuminare centinaia di volti impauriti, provati dalla stanchezza e dalla tristezza. L’amaro sapore della fame, della povertà e della completa assenza di prospettiva di una nuova alba più radiosa della precedente, costringe migliaia di persone ad abbandonare il proprio paese; a navigare in acque oscure e fameliche di anime desiderose di aver diritto ad una esistenza semplice ma dignitosa.
Ed è in questo mondo che mi sono avventurata. Con la guida del Colonnello Joselito Minuto e del Tenente Colonnello Guido Clementi, protagonisti di numerose operazioni in materia di lotta all’ immigrazione clandestina affidate alla Guardia di Finanza, mi sono accinta a conoscere la realtà dei fatti che spesso è distorta o taciuta dalle numerosissime e confusionarie notizie.
E’ doveroso chiarire in che modo l’Unione Europea abbia tentato di promuovere missioni di sorveglianza dei confini territoriali mediante l’autorità di polizia marittima. Nel 2005 comincia a crearsi l’agenzia “Frontex”, con l’obiettivo primario di armonizzare e standardizzare le operazioni di polizia dei diversi stati europei mediante la costituzione di poli di addestramento comuni, dislocati negli stati maggiormente colpiti dai flussi migratori, quali l’Italia, la Spagna e la Grecia. L’agenzia, ripartita al suo interno in settore marittimo, terrestre ed aereo, non dispone di mezzi propri ma si avvale degli strumenti e delle risorse di ciascuno stato membro.
In Italia vi sono due ambiti di intervento: il primo riguarda il contrasto a coloro che favoriscono l’immigrazione clandestina ed il secondo, la ricerca ed il soccorso dei migranti. La Guardia di Finanza nello specifico, in quanto forza di polizia, ha il compito di gestire il primo dei due. Questa area di competenza si estende dalla costa fino alle 24 miglia. Quanto detto non esclude la partecipazione della Guardia di Finanza anche ad azioni di salvataggio, la cui competenza è però affidata principalmente alla Capitaneria di Porto.
In questo articolato complesso di divisione di competenze, si pone Frontex. Poiché l’agenzia nasce per operare in contrasto con coloro che favoriscono l’immigrazione clandestina e non per operare il soccorso, è la Guardia di Finanza che assume un compito di rilievo nel coordinamento di tutti gli assetti impegnati sul campo. Questo coordinamento lo si opera attraverso basi come quella di Pratica di Mare e con la centrale operativa “International Coordination Centre”. Altri distaccamenti sul territorio, che assicurano sicurezza e presenza delle forze dell’ordine, li troviamo nei sottocentri di Lampedusa, Messina e Taranto.
Gli scenari locali che si presentano agli occhi di coloro che operano per combattere la promozione di immigrazione clandestina, sono molteplici. Sul canale di Sicilia, ci si trova di fronte a flussi di migranti che non cercano di eludere i controlli ma di esser tratti in salvo dalle autorità locali. Coloro che molto spesso vengono nominati erroneamente come “scafisti” , sono in realtà migranti stessi che, per usufruire di un beneficio concesso loro dai veri organizzatori dei “viaggi della speranza”, si pongono al comando del mezzo con il quale raggiungeranno le coste europee. Diverso scenario è invece quello che si presenta in Calabria o in Puglia. La maggior parte delle attività non vengono svolte con mezzi di fortuna bensì con barche a vela o yatch, molto spesso rubati, provenienti dalla Grecia o dalla Turchia. E’ in questo caso invece, che si cerca di eludere i controlli attraverso l’aiuto di organizzazioni criminali che, da terra, favoriscono lo sbarco.
Di fronte a tanta apprensione legata al crudele sfruttamento dell’alto stato di disperazione, dilagante nell’animo di centinaia di persone in cerca di salvezza e protezione, l’Europa ed i suoi stati membri rispondono, secondo le parole del Colonnello Minuto, con “una più alta solidarietà, tradotta nell’impiego di più mezzi e risorse da parte di molti più paesi europei”. Secondo il colonnello infatti, rispetto alle precedenti missioni operate in tale settore, il vero “salto di qualità” è stato effettuato proprio da tale maggiore partecipazione.
L’Unione Europea ed i suoi membri, unitisi al fine di costituire una più sicura e stabile condizione pacifica e garantista dei diritti umani, cominciano a porgere lo sguardo su situazioni apparentemente lontane ma che vanno a dilaniare le acque del Mediterraneo. Acque che fin troppe volte hanno visto trovar la morte per centinaia di persone che, come unico desiderio, avevano quello di sopravvivere in modo dignitoso in paesi liberi e sicuri. L’Italia e l’Europa stessa rispondono così al grido di salvezza che s’ innalza dalle numerose imbarcazioni di fortuna adibite ad unica via di scampo a morte certa.