L’uomo politico è noto, nella storia e nella letteratura, per la sua straordinaria abilità a nascondere la verità. Per non dirla ricorre, a seconda delle proprie caratteristiche, a diversi stratagemmi. Qualcuno, per nasconderla, accetta di dire una bugia. Si pensi a Colin Powell, segretario di Stato USA dal 2001 al 2005, che per giustificare l’attacco militare in Iraq decise di mostrare al mondo prove false sulle presunte armi chimiche di Saddam. Altri, pur di non mentire, preferiscono eloquenti silenzi. Celebre è il caso di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel, che risposero con un sorriso quando gli fu chiesto se si fidassero di Silvio Berlusconi. Infine, i più bravi, celano la verità sotto strati di parole, così da renderla invisibile, sfuggente.
Dalla bocca di Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, è invece uscita soltanto verità: nuda e cruda. Durante una conferenza stampa, l’ex direttrice del Fondo Monetario Internazionale, ha infatti detto che il ruolo della BCE “non sia quello di abbassare gli spread”. L’affermazione della governatrice è, dal punto di vista tecnico, ineccepibile. Non una riga, nei Trattati e nella normativa europea, in cui si possa leggere che il ruolo della banca centrale sia quello di porre rimedio agli eccessi di debito pubblico degli Stati Membri. La frase, oltretutto, è stata pronunciata con il malcelato scopo di dimostrare la discontinuità del nuovo board da quello diretto da Mario Draghi che, come noto, aveva messo in campo misure ai limiti del suo mandato per tenere insieme la zona euro.
Non si può ignorare, tuttavia, che la Lagarde abbia scelto il momento peggiore in cui pronunciare quelle parole. Lo ha fatto nel mezzo della più importante crisi sanitaria affrontata dal mondo occidentale nella storia recente e nel momento in cui l’Italia si trova costretta ad indebitarsi ancora di più per cercare di evitare una catastrofe.
Si potrebbe obbiettare che, tecnicamente, Christine Lagarde non sia un politico. A ben vedere, infatti, non è stata eletta da nessuno e non ha vincoli di rappresentanza, ma questo non deve confortare. Le banche centrali, pur avendo un mandato di natura squisitamente tecnica, si interfacciano ogni giorno con la platea più emozionale e istintiva che possa esistere: i mercati finanziari. Quando si parla agli investitori bisogna, e la Lagarde lo sa bene, pesare ogni parola.
Le dichiarazioni della francese, difatti, hanno avuto un effetto devastante sui mercati Italiani e hanno costretto il Sergio Mattarella ad intervenire. Alle parole del Presidente è seguito un intervento forte della Commissione Europea che, per ovviare allo scivolone della Banca Centrale, ha deciso di far fronte all’emergenza, cercando di allargare quanto più possibile le maglie strette del rigore dei trattati. Si è discusso del patto di stabilità, poi sospeso, e dell’emissione di titoli di stato europei. Tutto questo sta avvenendo, forse, anche grazie alle parole di madame Lagarde.
In conclusione, le parole del capo della BCE sono state certamente inopportune, ma quantomeno hanno fato cadere la maschera all’istituzione che rappresenta, costringendo l’Europa ad intervenire e a porre le basi per un nuovo inizio solidale.
La verità, forse, non è poi così male.
Articolo a cura di Stefano Castellana Soldano