DISCLAIMER: QUESTO ARTICOLO È STATO SCRITTO NEL MESE DI FEBBRAIO. PER QUESTO MOTIVO, SONO STATE EFFETTUATE DELLE MODIFICHE, ALLA LUCE DELLA VITTORIA DI JOE BIDEN NELLE PRIMARIE DEMOCRATICHE.
Negli ultimi 5 anni, il Partito Democratico ha vissuto l’ascesa di Bernie Sanders, senatore del Vermont e personaggio abbastanza atipico rispetto ai classici canoni della politica statunitense. Nonostante la sua doppia sconfitta – sia nel 2016 che nel 2020 – egli è riuscito a cambiare il dibattito politico, introducendo temi che fino a quel momento erano dei tabù. Quali sono, nello specifico, i fattori che hanno fatto guadagnare a Sanders una notevole attenzione, sia negli USA che all’estero?
Vediamoli insieme.
L’ex sindaco di Burlington, Vermont, si definisce un democratic socialist, e ha idee e proposte che sono spesso considerate troppo estreme dalla sinistra liberale. Dal canto suo, Sanders afferma di non essere un estremista e, anzi, di essere il candidato che può esercitare il maggiore appeal nei confronti degli elettori non democratici, con particolare riferimento alla classe sociale lavoratrice, anche nelle sue frange conservatrici.
Eletto nel 1990 alla Camera dei Rappresentanti e nel 2006 al Senato, è uno dei pochi congressisti Indipendenti, ossia non eletti tra le file dei due partiti di riferimento. Sanders, molto popolare tra i giovani, nel 2016 è arrivato secondo alle primarie democratiche, sconfitto da Hillary Clinton. In ogni caso, la sua candidatura è stata importante perché ha spostato il dibattito su temi distanti rispetto alla classica piattaforma programmatica dell’establishment democratico.
Tra i vari temi, la sanità è sicuramente tra i suoi cavalli di battaglia, trattandosi di un argomento molto sentito. Secondo uno studio condotto dall’Università di Yale, gli Stati Uniti sono l’unica nazione occidentale la cui aspettativa di vita non è cresciuta negli ultimi cinquant’anni; a discapito di ciò, la spesa individuale annua per i servizi è quasi quadruplicata. Attualmente, più di 27 milioni di persone sono prive di assicurazione sanitaria. Ciò non impedisce di ottenere le cure necessarie, ma i costi possono essere considerevoli (in molte contee, il trasporto in ambulanza può costare qualche centinaio di dollari e, in alcuni casi, si può arrivare a mille). Sempre secondo il sopracitato studio, circa un cittadino su quattro ha ritardato o evitato controlli per motivi finanziari.
Il Medicare For All di Sanders cerca di offrire una soluzione a questo problema proponendo un sistema che, dopo un periodo di transizione, abolirebbe le compagnie di assicurazione private, ponendo l’assicurazione sanitaria completamente in mano pubblica. Secondo i sostenitori di questa proposta, nessuno rimarrebbe più senza copertura e, per di più, i costi diminuirebbero notevolmente. Inoltre, questo piano si prefigge anche il compito di fissure il costo dei farmaci, non costringendo più i pazienti a cercarli all’estero (solitamente in Canada o Messico). Questo approccio gode di una certa popolarità all’interno della popolazione, ma ha spesso riscosso pareri critici da parte di molti membri del Partito Democratico, dai moderati Biden e Buttigieg a Elizabeth Warren che, pur essendo più progressista dei due sopracitati politici, ha varie volte messo in discussione la realizzabilità – in termini economici – della proposta.
Durante la campagna per le elezioni di novembre, Sanders ha cercato di allargare la sua base elettorale, puntando molto su comunità di recente immigrazione. Ad esempio, in Iowa egli si è concentrato molto, ad esempio, su lavoratori provenienti – tra gli altri – da Etiopia e Bhutan. Inoltre, Sanders ha potuto fare affidamento su un notevole consenso tra le comunità ispaniche.
Nonostante ciò, dopo ottimi risultati iniziali, il senatore del Vermont è stato sconfitto abbastanza nettamente dall’ex Vice Presidente Joe Biden. Le ragioni della sconfitta – che è stata più netta rispetto a quella del 2016 – sono molteplici. Innanzitutto, Sanders ha continuato a ottenere poco supporto tra la comunità afroamericana, la quale è fondamentale per ogni candidato Democratico. Gli afroamericani, infatti, sono storicamente legati al Partito Democratico, e Sanders è un outsider, che si è iscritto al partito solo durante le due campagne elettorali. Inoltre, questa fetta di elettorato è nota per il suo pragmatismo, e questo ha favorito Biden. Inoltre, l’ex Vice Presidente ha vinto anche grazie al supporto di storici leader delle comunità afroamericane, come Jim Clyburn in South Carolina.
Per di più, Sanders ha perso molto consenso tra la classe lavoratrice bianca. Si è trattato di un problema serio per la sua campagna: nel 2016 – e negli anni a seguire – egli è stato spesso visto come l’unico in grado di riottenere la fiducia di questa parte di elettorato, sottraendo a Trump voti preziosi. Così, invece, non è stato, e Biden ha ottenuto la stragrande maggioranza del supporto di questa comunità. Il primo motivo è che, pur essendo entrambi politici di lungo corso, Biden non è malvisto come Hillary Clinton. Egli, infatti, si è costruito negli anni l’immagine di uomo vicino all’americano medio. Inoltre, negli ultimi mesi Sanders ha abbracciato politiche migratorie più progressiste; ciò gli ha sicuramente garantito il sostegno della comunità ispanica, ma ha anche contribuito alla sua sconfitta tra i blue collar della Rust Belt.
Nonostante la sconfitta, il contributo di Sanders non va sottovalutato. Nel 2010, Barack Obama ha approvato una riforma sanitaria (nota come Obamacare) che era vista da molti come incredibilmente progressista. In realtà, somigliava molto alla riforma introdotta qualche anno prima dal Massachusetts. Il governatore dell’epoca, grande promotore della riforma? Il Repubblicano Mitt Romney. Nel 2020, nessun Democratico proporrebbe mai l’Obamacare, perché ritenuta troppo conservatrice. Questo cambio di paradigma è merito soprattutto del senatore del Vermont.
Non è possibile sapere chi vincerà le elezioni di novembre. Inoltre, non possiamo sapere se la corrente politica sandersiana si consoliderà (a parte Alexandria Ocasio-Cortez e pochi altri, i candidati sostenuti dai movimenti più progressisti hanno fino ad ora perso quasi sempre alle elezioni). Tuttavia, quello che possiamo dire è che – nonostante le sconfitte – Bernie Sanders è uno dei politici americani più influenti degli ultimi anni.
Articolo a cura di Rebecca Andreucci