Attualmente in Colombia si sta svolgendo una violenta rivolta contro la proposta di riforma fiscale da parte del presidente Iván Duque. Da oltre una settimana la protesta continua con un coinvolgimento di numerosi cittadini che manifestano, nelle principali città colombiane, contro una riforma che porterebbe un ulteriore peggioramento della condizione della popolazione. Quella che è nata come un’esplicita insoddisfazione popolare si è rivelata uno scontro violento tra i manifestanti e la polizia, degenerando in molestie e atti di eccessiva violenza.
Il presidente colombiano Iván Duque, il 15 aprile scorso, propose una riforma fiscale volta ad aiutare l’economia nazionale in declino a causa della pandemia. Questa riforma prevedeva delle manovre per sanare il deficit pubblico dopo gli svariati lockdown imposti per controllare la pandemia nel paese. Il ministro delle Finanze, Alberto Carrasquilla, aveva evidenziato la situazione economica del paese dopo un anno di pandemia, mettendo in luce il peggioramento del deficit fiscale che era stato di circa 7,8% del prodotto interno lordo (PIL), in aumento rispetto ai dati registrati nel 2019 (2,5%). La riforma tributaria proposta mirava ad aumentare le tasse per incrementare le entrate dello stato. Tra le altre misure, si mirava ad innalzare l’IVA principalmente sui beni di prima necessità. In più era stata previsto l’abbassamento della soglia minima per pagare l’imposta sul reddito. Attraverso queste procedure si prevedeva di aiutare l’economia colombiana sempre più in declino.
Ma questa proposta poteva effettivamente aiutare il paese? Le manifestazioni sono iniziate il 28 Aprile in tutta la nazione. La maggior parte della società civile – lavoratori, studenti, cittadini – è scesa in piazza per protestare contro l’aumento delle tasse, un ulteriore schiaffo per la popolazione già in crisi, e contro una riforma che avrebbe svantaggiato l’intera classe media del paese, peggiorando ancora di più lo stato economico della popolazione colombiana, in ginocchio a causa della pandemia da Covid-19.
Le proteste, iniziate in modo pacifico, sono poi degenerate. La popolazione tutt’ora contesta animatamente non solo la decisione del Presidente Duque di un provvedimento fiscale tanto rischioso, ma anche l’insoddisfacente gestione della situazione pandemica nel paese.
Dopo continue manifestazioni, atti vandalici e scontri, il governo ha deciso di adottare misure più drastiche per limitare le proteste nelle diverse città colombiane e per salvaguardare la sicurezza dei cittadini prevenendo anche un aumento dei casi di contagio da coronavirus. È stato introdotto un coprifuoco e intensificata la presenza delle forze dell’ordine. Il presidente Duque ha espresso la sua volontà di non usare la violenza come mezzo di controllo delle proteste implacabili, ma solo di intensificare il controllo contro vandalismo criminale di massa e di placare l’intera sommossa nazionale contro il governo.
Quel che poi è stato, e continua ad essere, è ben diverso dalle parole del presidente colombiano. La protesta non si è ancora placata e da diversi giorni continuano gli scontri tra manifestanti e polizia. Quelli più violenti si sono verificati nelle città più grandi come la capitale Bogotá, Medellín e Cali. I civili hanno saccheggiato banche, negozi, incendiato stazioni della polizia e in risposta a tutto questo le forze dell’ordine hanno reagito con atti eccessivi di violenza usando gas lacrimogeni e manganelli.
La risposta violenta della polizia continua incessantemente contro i civili. Attualmente sono più di 800 i feriti, è stato confermato che sono morti circa 18 civili e un’agente delle forze dell’ordine, ed oltre a svariate aggressioni, circa 4 donne, in particolare a Cali, hanno denunciato maltrattamenti fisici e abusi sessuali subiti da poliziotti antisommossa (ESMAD).
Il 2 maggio il presidente Duque, dopo l’implacabile protesta nazionale, ha ritirato la riforma tributaria e ha chiesto al Congresso di elaborarne una nuova. Nonostante ciò, il popolo colombiano non intende cedere, continua a manifestare e gli scontri violenti aumentano giorno dopo giorno.
La Colombia si veste di paura e tensione a causa della violenza sparsa per le strade e soprattutto per la violazione dei diritti umani che sembra essere all’ordine del giorno. Gli scontri tra civili e polizia continuano e la violenza non sembra finire.
In un Paese che soffre e che mostra un’inadeguatezza governativa durante la pandemia, le manifestazioni popolari esprimono l’indignazione e il tentativo di riportare una dignità.
Articolo a cura di Cristina De Stefano