Il modello Fauci

Il modello Fauci

Il Governo USA, con il benestare dei media e di Facebook, censura il dissenso. E nessuno ce lo racconta.

Ciò che è accaduto negli Stati Uniti ha dell’incredibile, e va collocato nel quadro più ampio della crisi pandemica e dei suoi risvolti sul piano politico, in specie in relazione ai rapporti tra media e politica. I giornali, posti a guardia della democrazia, dovrebbero costituire un contropotere, vigilare in ogni momento e redarguire, quando è necessario, il potere politico. Sull’altare della “salute pubblica,” o peggio ancora, della “responsabilità,” viene sacrificato il pensiero critico, quanto più quando il “critical thinking” (Robert H. Ennis) bersaglia le politiche sanitarie promosse dal governo al potere. E a compiere il sacrificio, vibrando il colpo fatale, è proprio il sistema mediatico, soffocando e reprimendo quel dissenso a cui dovrebbe attribuire il giusto peso e garantire lo spazio adeguato (senza perder tempo con sciamani ed apprendisti stregoni).

Per intenderci, basti pensare alla standing ovation che la platea giornalistica, al termine dell’ultima conferenza stampa dell’anno a Palazzo Chigi, ha riservato al Presidente del Consiglio, una cosa mai vista prima (e al tenore delle domande che gli sono state rivolte, direi “petalose” che è un neologismo di questi tempi che rende bene l’idea). O anche al fatto che Mario Monti, ex Presidente del Consiglio, abbia realmente proposto, nel corso di una trasmissione televisiva, dosaggi dall’alto, meno democratici, dell’informazione, e sia anche stato preso sul serio. Ma ciò che è più incredibile, e dovrebbe spaventare, o perlomeno far riflettere, è il fatto che in Italia una notizia scabrosa come questa sia stata rilanciata soltanto dalla Verità e dal Primato Nazionale (giornali di destra e ultraconservatori).

Stando a quanto riporta in un articolo il Wall Street Journal, riprendendo il contenuto di alcune email che Anthony Fauci, capo della task force USA contro il Coronavirus, ha scambiato con Francis Collins, numero uno del National Institute of Health, il duo, di concerto con i media tradizionali e le grandi piattaforme social come Facebook, avrebbe affossato la Great Barrington Declaration, censurando e reprimendo il dissenso verso le politiche sanitarie condotte dal governo.

La Great Barrington Declaration è una dichiarazione firmata da tre scienziati di altissimo profilo, Martin Kulldorff, epidemiologo ad Harvard, Sunetra Gupta, epidemiologo a Oxford, e Jay Bhattacharya, esperto di politiche sanitarie a Stanford, e sottoscritta da migliaia di scienziati, (tra cui Mike Leavitt di Stanford, Premio Nobel). Il documento sconfessa la linea scelta dal governo statunitense, quella del lockdown, del coprifuoco e delle chiusure a tappeto, che ha riscosso tanto successo in Italia (ne siamo i precursori) e nel resto del mondo. All’epoca era più opportuno, scrivevano i scienziati, adottare un’approccio alternativo, la cosiddetta “protezione focalizzata” (focused protection): “l’approccio più umano, che bilancia i rischi e i benefici nel raggiungimento dell’immunità di gregge, è quello di permettere a coloro che sono a minimo rischio di morte di vivere normalmente la loro vita per costruire l’immunità al virus attraverso l’infezione naturale, proteggendo al meglio coloro che sono a più alto rischio.”

A seguito della pubblicazione della Great Barrington Declaration, Collins, allarmato, avrebbe contattato Fauci, chiedendo al virologo italoamericano di “affossare sui media” lo studio, “in modo devastante e rapido.” Stando sempre a quanto riporta il WSJ, i due si misero in contatto con diverse testate giornalistiche, tra cui il Washington Post, orchestrando una campagna mediatica volta a screditare e censurare le posizioni anti-lockdown. Giorni dopo, a lavoro finito, Fauci avrebbe risposto a Collins, allegando all’email numerosi articoli, tra cui un editoriale pubblicato su Wired dal titolo “Non esiste nessuna spaccatura scientifica sull’immunità di gregge.” Come se non bastasse, il duo si è servito anche di Facebook, che avrebbe censurato ogni informazione e contenuto legato alla Great Barrington Declaration.

Recentemente, Fauci ha fatto sapere che considera l’Italia di Draghi un modello da importare negli USA, un punto di riferimento, per come il Paese ha gestito e “domato” la crisi pandemica, grazie a politiche sanitarie rigide e severe. “Dal vostro Paese abbiamo imparato molto, acquisito dati e analisi preziose.” Ecco, ci conviene sperare piuttosto che il “modello Fauci,” riguardo alla commistione tra politica e media, resti lì dov’è, e non venga importato nel nostro Paese, come qualcuno, Monti docet, vorrebbe fare. Ne facciamo volentieri a meno.

Post scriptum: è inutile entrare nel merito della questione. Non è questo il tema. Poco importa se siete favorevoli o ripudiate il contenuto della dichiarazione, se siete a favore o contrari a politiche più restrittive. Su questo si può dibattere, ci mancherebbe. Ma il fatto che il potere politico, nel 2021 e in una delle più grandi democrazie occidentali, o supposte tali, si sia prestato a certe pratiche dovrebbe scandalizzare e mettere sull’attenti chiunque.

A cura del Direttore, Michelangelo Mecchia.

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