Giovedì 3 ottobre l’aula Dome della Luiss Guido Carli ha ospitato l’evento “Sovranità tecnologica – la grande sfida e l’estrema urgenza”, organizzato in collaborazione con MoltoEconomia – il Messaggero. La conferenza si è aperta con l’intervento della professoressa Paola Severino, Presidente della Luiss School of Law. A seguito dei saluti istituzionali, Severino ha messo in luce la portata della diffusione dell’Intelligenza Artificiale, che comporta in primis una concentrazione significativa di investimenti in questo campo, (riguardando una porzione di mercato sempre più importante) e che, al contempo, richiede una regolamentazione chiara del fenomeno. Il Direttore del Messaggero Guido Boffo ha poi rimarcato l’importanza per un gruppo editoriale di rilievo di trattare temi quali quelli dell’evento, centrali per comprendere i processi decisionali del mondo della politica e di quello dell’economia.
Numerosi i panel che si sono susseguiti nel corso dell’evento e moderati dalla giornalista Costanza Calabrese, da Alvaro Moretti, Vicedirettore de Il Messaggero e Christian Martino, Caporedattore de Il Messaggero.
Panel 1: “Autonomia e competitività, la strategia europea per la terza via dello Spazio”
AD Leonardo – Roberto Cingolani – Keynote Speaker
Per Roberto Cingolani, AD di Leonardo, una sovranità nazionale in termini di difesa è anacronistica in quanto la competitività dev’essere interpretata in termini continentali: basti pensare che l’Europa si avvale ormai degli strumenti di innovazione tecnologica statunitensi. Perseverando con interventi frammentati e non focalizzandosi invece su una difesa condivisa, l’Europa rischia di precludersi la possibilità di esercitare un ruolo di primo piano. Solo una forte lungimiranza potrà scongiurare questo scenario, arrivando per esempio a comprendere che una grande rinuncia nel mercato interno può essere sopperita da una porzione anche piccola del mercato estero.
Panel 2: “La politica spaziale europea”
Nathalie Tocci (Direttore IAI), Valentina Meliciani (Dean LEAP), Roberto Battiston (Professore di Fisica Sperimentale, Università di Trento)
Secondo Tocci: “l’agenda è definita dal contesto esterno” e “il lento disimpegno degli USA dalla politica UE” potrebbe essere determinante in tale processo. In questo quadro anche il risultato delle elezioni presidenziali rappresenta una variabile importante: con Trump presto alla guida della nazione potrebbero esserci più incentivi per l’Europa a distaccarsi ma meno possibilità per farlo in modo graduale. Sarebbe stato l’inverso nel caso di una presidenza Harris.
Nei suoi interventi Meliciani ha rimarcato come l’Europa debba affrontare problemi legati alla produttività (insufficiente) e ad un divario tecnologico che dev’essere colmato: le startup infatti faticano a crescere e gli investimenti mancano. In generale serve maggior focus sulle “tecnologie abilitanti”, ossia quelle che possono avere uno spillover negli altri settori.
Infine, per Battiston, l’Europa ha perso il primato che deteneva in molti ambiti tra cui l’economia dello spazio e quello del digitale. Questo declino è accentuato dall’assenza di “uomini stato”, che invece rinvigoriscono con i loro investimenti l’economia degli Stati Uniti, dovuta alle possibilità risicate per chi è intenzionato a “rischiare”.
Panel 3: “La capacità di generare conoscenza e innovazione per la Sostenibilità” – keynote speaker
Per Claudio Descalzi, AD di Eni, l’UE dovrebbe prendersi più cura delle sue industrie. L’UE già aveva rinunciato ad un ruolo di primo piano nel settore concentrando la maggior parte delle proprie risorse nel terziario, divenuto più redditizio grazie alla globalizzazione. Questo ritardo accumulato non permette più al continente di rientrare in questo settore, in quanto ciò comporterebbe l’accodamento agli altri (ormai già messisi in moto da molti anni). A detta di Descalzi, inoltre, l’industria europea andrebbe protetta, evitando che la politica possa sostituirsi ad essa imponendo delle policies come se fossero dei dogmi (ad esempio come è accaduto con le rinnovabili).
Panel 4: “Conoscenza e innovazione”
Angelo Trocchia (AD Safilo Group) e Rosario Cerra (Fondatore e Presidente CED: Centro Economia Digitale)
Diverso invece il concetto di “sovranità” per l’AD di Safilo Group (tra le aziende leader nell’ottica) Trocchia. Per quest’ultimo la sovranità tecnologica è infatti un concetto più diffuso, in quanto le unità operano dove c’è connubio di capitale umano e tecnologie, a prescindere dalla nazione di provenienza. Trocchia ha messo anche l’accento sull’importanza dell’innovazione, la quale non riguarda solo miglioramenti al prodotto finale, ma anche e soprattutto aumento delle performance in termini di previsioni delle intenzioni del consumatore.
Cerra invece ha fornito al pubblico una breve introduzione sul concetto di “sovranità tecnologica”; questa è infatti la base fondante di sicurezza tecnologica ed autonomia strategica e pertanto si sta affermando come un ambito chiave nella politica UE (come dimostrato dal fatto che uno dei sei vicepresidenti UE ha appunto delega alla sovranità tecnologica). Ciò nonostante, l’Europa sta faticando ad innovare, perdendo dunque il passo sia su tecnologie quantistiche che intelligenza artificiale, entrambe determinanti nel settore. L’innovazione annaspa per via dei ritorni bassi (sia sul pubblico che nel privato) degli investimenti nell’UE rispetto a quelli sugli investimenti negli Stati Uniti.
Panel 5: “Innovazione per la sostenibilità”
Fabio Maria Montagnino (Chair Association Climate – KIC) e Marco Duso (EY Italy and EMEIA Sustainability Leader) – innovazione per la sostenibilità
A detta di Fabio Maria Montagnino quando ultimamente si parla di sovranità è inevitabile non prendere in considerazione la sovranità sulle materie prime critiche, indispensabili per la realizzazione di moltissimi prodotti. La sovranità impone anche il rispetto di un altro criterio: quello della sostenibilità, e può essere dunque definita “sovranità circolare”. Questa implica una “simbiosi industriale”: il processo industriale deve poter essere circoscritto ad un’area dedicata, senza che ci siano perdite di energia, atomi e altri rifiuti. Perché questo possa accadere, i prodotti stessi devono essere progettati con questa vision.
Marco Duso ha infine messo l’accento sull’importanza della sostenibilità come veicolo di “indipendenza” – basti pensare alle difficoltà riscontrate dall’Europa a livello energetico a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. Inoltre, qualora l’Unione Europea dovesse decidere di non impegnarsi nella decarbonizzazione, perderebbe ancora più terreno e maggior sovranità, in quanto le aziende statunitensi competitor sono pronte ad investire milioni in tali progetti. E’ fondamentale però non scindere il binomio sostenibilità – produttività, ed è in questo frangente che il ruolo delle società di consulenza come EY diventa cruciale: sedendo infatti ai tavoli con tutti i maggiori stakeholder, tra cui governi ed aziende, queste hanno la possibilità di mettere in atto proposte tanto concrete quanto ambiziose. Uno spiraglio di luce in questa direzione è rivedibile nel piano portato avanti da Macron e già auspicato da Mario Draghi: meno regulation, più investment, il cosiddetto Green Deal.
Questa conferenza ha dato la possibilità al pubblico, composto in parte consistente da studenti (anche liceali) di avere una panoramica importante sulle prospettive dell’Unione Europea in un momento storico (ora quello del post elezioni americane – alla data dell’evento poco prima) dove ciò si rivela essere più determinante che mai.
Tutto quanto portato alla luce dagli speaker di quest’evento, infatti, andrà rivisto nei mesi a venire alla luce della prossima presidenza Trump.