Dolcetto o scherzetto? Ebbene sì, è arrivato il 31 ottobre. E come ogni anno sono due le domande che imperversano in questo periodo. La prima e più essenziale è: cosa fare? Già, perché non è così scontato si abbia ancora la voglia di festeggiare Halloween. Anzi, a dire il vero, già solo l’accostamento di Halloween all’idea di festa può risultare ormai qualcosa che non ci appartiene più. Ma se invece avessimo intenzione di organizzare qualcosa di simpatico per quest’occasione, allora ecco che sorge spontanea la seconda domanda: come vestirsi? E qua si entra in un tunnel, apparentemente senza via d’uscita. Il rischio è ovviamente la banalità: mummie, streghe, zucche e via dicendo sono maschere che si possono usare una volta, ma certo non per risaltare. Altri personaggi possono essere più impegnativi, ma inventarsi qualcosa di nuovo risulta sempre assai difficile. Chi ci riesce ha fatto centro, ma ai restanti non rimangono che le briciole. Questo almeno fino a oggi. E sì, perché chi leggerà questo articolo potrà trovare l’idea giusta per un Halloween coi fiocchi. Cosa ti rende attuale e originale al giorno d’oggi? Qual è la cosa più spaventosa da quale travestirsi? Il mostro che spaventa le esistenze di noi piccoli cristiani cittadini del mondo? Il GENDER! Signor* sì, abbiate paura, il gender arriva anche a Halloween.
Ora vi spiego come riconoscerlo e come poterlo imitare per spaventare i vostri amici l’ultimo giorno di ottobre. In pratica è molto semplice. Sei un maschio? Allora fai una cosa pazzesca: vestiti di rosa e mettiti il cerchietto con un fiocco! Se vuoi strafare aggiungi rossetto e gonna. Ah no, sei una femmina? C’è la soluzione anche per te! Rasati i capelli, pompa i muscoli, disegnati i baffi! Lo so, vi ho dato una fantastica idea. Ora sì che c’è da avere paura! Gender ovunque, gender ovunque. E così i bimbi avranno un’ulteriore occasione per finire traviati. Perché nulla è più spaventoso della teoria del gender!
Ora però, vogliate scusarmi, vorrei scrivere due righe serie a dispetto dell’ironia usata finora. La cosiddetta “teoria del gender”, capace di fuorviare e confondere giovani menti, semplicemente non esiste, e non lo dice il sottoscritto, ma l’Ordine nazionale degli Psicologi. Al contrario, esiste la volontà di insegnare il rispetto alla diversità. Insegnare l’abbattimento degli stereotipi. Insegnare che se un bambino gioca con una bambola o gli piace il rosa non è da condannare. Che se una bambina preferisce tirare rigori al giardinetto piuttosto che giocare alla piccola casalinga non è scandaloso. Anzi, in questo caso il fatto che il classico stereotipo donna-casa possa essere rigettato già dalla più tenera età è addirittura salvifico per la nostra società. Il tutto, quindi, non vuol dire indottrinare all’omosessualità, ma lasciare libertà di esprimere la propria personalità. Ed è forse questa la cosa che fa più paura a chi invece vorrebbe l’affermazione di un unico modello sociale e familiare: l’uomo forte e la donna debole, il marito che lavora e la donna che sta a casa e così via. Ed è a loro che va rivolta la maschera più paurosa che possa esistere, una maschera moderna, che vi farà apparire come i più originali della festa. Vestitevi da gender e vedrete che paura farete a grandi e piccini. Vestitevi da gender e coloratevi coi colori dell’arcobaleno. Vedrete il timore negli occhi di chi vi sta di fronte. E ballate. Ballate quelle belle coreografie da gender. Ve ne suggerirei qualcuna, ma forse qua è meglio che l’aiutino non ve lo dia io e che ci proviate da soli. Insomma, se volete spaventare, vestitevi da gender, siate gender. Nei restanti giorni dell’anno tanto torneremo noi ad avere paura di queste menti: vecchie e ottuse.
di Andrea Maccagno