“Al ladro, al ladro!”

“Al ladro, al ladro!”

“Al ladro, al ladro!”, si sente già in ogni angolo dell’amministrazione lombarda. Da qualche anno infatti, quando capita un caso di corruzione, concussione o irregolarità, l’isolamento della mela marcia avviene quasi subito, spesso anche in maniera feroce. Nell’occhio del ciclone questa volta ci si è trovata la Lega Nord, e precisamente Fabio Rizzi, fedelissimo di Maroni in giunta lombarda. Fabio Rizzi, medico, milita nella Lega Nord dal 1992, anno in cui il nascente movimento guidava il fronte giustizialista ai tempi di Tangentopoli; un’altra era insomma, o forse no. Il nostro protagonista viene nominato presidente della commissione Sanità in regione Lombardia nel 2013 e un anno dopo, quando l’allora assessore alla Sanità, il forzista Mario Mantovani, viene arrestato per corruzione nell’Ottobre 2014, egli diventa primo responsabile della riforma delle ASL lombarde a firma Roberto Maroni. Approvata nell’Agosto 2015, viene presentata come un’audace passo avanti, mentre i detrattori la dipingono come un modo per riportare l’apparato della sanità lombarda nelle mani della regione, e più precisamente nelle mani di Maroni, dopo una lunga tradizione di controllo appartenuta ai ciellini (vedi brutta fine del sopraccitato Mantovani).

Insomma, proprio quando le cose sembravano andare per il meglio, ecco che cambia tutto. Lo scorso 16 Febbraio 2016, un’ordinanza del gip Giovanna Corbetta mette le manette a Rizzi e il collaboratore Mario Longo per corruzione. In breve: si tratta di un sistema complesso di tangenti che vede come protagonisti i due amministratori locali, con annesse consorti, e la regina dell’odontoiatria lombarda, Maria Paola Canegrati: l’allegra combriccola gonfiava i ticket, e costringeva i cittadini a rivolgersi ai privati per protesi odontoiatriche per gonfiare i ricavi. Tra la classica aneddotica giornalistica, spunta anche la storia del ritrovo di 1500€ nel freezer di Rizzi, oltre a decine di migliaia di euro tenuti nascosti a temperatura ambiente. Ma torniamo a noi, torniamo al momento dello sdegno. Apre le danze direttamente l’ex amico Roberto Maroni: “Sono molto incazzato. Il mio primo sentimento è di stupore e di grande delusione se le accuse dovessero essere confermate”. Continua Salvini sui social: “Chi sbaglia davvero, non merita la Lega”. Insomma riecheggia di nuovo il grido “Al ladro, al ladro!”. Ma questa volta, sarà che è la seconda volta che la sanità lombarda, nel giro di due anni, si vede investita dagli scandali, il semplice sdegno non sembra più sufficiente.

 

A cura di Giuseppe Spataro

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