“L’Oriana”, una miniserie televisiva trasmessa dalla Rai, racconta la vita di Oriana Fallaci. Presto è sorto in me il bisogno di leggere un qualcosa scritto da lei ed ho scelto “Lettera a un bambino mai nato”, una delle lettere d’amore più emozionanti della letteratura italiana. Non so se sia la straordinaria abilità di scrivere pensieri profondi con un’ elegante semplicità o se sia solamente un’innata voglia di esprimersi, ma una cosa è certa: ogni pagina trasmette al lettore una sfumatura diversa del vasto mondo interiore della scrittrice. Mentre leggevo frasi dello stesso colore e formato, non potevo non notare come alcune di esse fuoriuscissero dalla carta bianca ed entrassero nella mia realtà, pur se scritte quarant’anni fa; a me sembrava di leggere gli stessi pensieri e le stesse paure di una donna di oggi.
Questa volta, però, non voglio parlarvi dell’ennesima battaglia al femminile, ma esaltare una qualità firmata “donna”: la sensibilità. Molti tendono a confonderla con la debolezza ma posso dirvi che non vi è convinzione più sbagliata. La sensibilità è una forza proveniente da una piccola parte insita nel profondo di ognuno di noi e che, nel manifestarsi, sprigiona il lato migliore della nostra anima. La Fallaci scriveva al bambino che portava in grembo e cercava il modo più sincero per descrivergli la vita: “L’amo con passione la vita, mi spiego? Sono troppo convinta che la vita sia bella anche quando è brutta, che nascere sia il miracolo dei miracoli, vivere: il regalo dei regali. Anche se si tratta di un regalo molto complicato, molto faticoso, a volte doloroso.” … “Solo chi ha pianto molto può apprezzare la vita nelle sue bellezze, e ridere bene. Piangere è facile, ridere è difficile”.
Oriana non provò mai la felicità di vedere suo figlio e fu questa la sua sconfitta più grande. Per lei l’amore era: “ciò che una donna sente per suo figlio quando lo prende tra le braccia e lo sente solo, inerme, indifeso.” Non si avrà mai la certezza del perché la creatura non venne al mondo. Per alcuni dottori una buona madre sarebbe dovuta stare a riposo per mesi e rinunciare alla sua vita, per questo, nel racconto, la scrittrice processa lei stessa dinanzi ad un tribunale. E qui c’è il suo bambino che le dice “ Ma io ti perdono mamma; non tornare al nulla con me, io nascerò un’altra volta.”
Sono pensieri così intimi, così coinvolgenti, che quasi obbligano a riflettere sull’esistenza. Tutta la forza della donna impiegata per essere donna è incalcolabile, ma c’è chi, come la Fallaci, aveva la capacità di esprimerla anche solo per mezzo di un foglio e di una macchina da scrivere.
“La vita ha 4 sensi: amare, soffrire, lottare e vincere. Chi ama soffre, chi soffre lotta, chi lotta vince. Ama molto, soffri poco, lotta tanto, vinci sempre ”.
Ama, soffri, lotta, vinci… vivi!
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