Antisemitismo: preoccupante realtà o bravate?

Antisemitismo: preoccupante realtà o bravate?

Giornata della Memoria, 2020. Auschwitz denuncia che sono sempre meno i sopravvissuti in vita. Gli anni passano e le persone rischiano di dimenticare quegli orrori del passato che potremmo un giorno replicare. I ragazzi come noi che sin dalla scuola elementare hanno guardato le foto d’epoca, hanno letto libri e poesie e ogni 27 gennaio hanno preso parte alle commemorazioni, stentano un po’ a credere che tutto questo potrebbe riaccadere. O forse no?

Mentre dalla Cina ci arrivano le scarse notizie sui campi di concentramento per la minoranza etnica uiguri nella regione dello Xinjiang, non sembra così impossibile che la storia possa ripetersi ancora. A questo va a sommarsi la precaria, seppur protetta dagli USA, posizione geopolitica dello stato di Israele nella regione del Medio Oriente, in luce degli avvenimenti che si sono protratti dal dopoguerra ad oggi. Eppure nulla di tutto questo è raccapricciante quanto quello che sta succedendo in Italia negli ultimi mesi.

Se volessimo fare un bilancio degli episodi di antisemitismo fino ad oggi e confrontarlo con le misure prese dal governo in contrasto emergono dati davvero preoccupanti.

Probabilmente il punto di inizio della nuova questione sull’antisemitismo risale a fine ottobre 2019, quando il Senato approva con 151 voti favorevoli e nessuno contrario la mozione Segre sulla Commissione straordinaria per il contrasto ai fenomeni dell’intolleranza, del razzismo, dell’antisemitismo e dell’istigazione all’odio e alla violenza. Il numero sconcertante è però 98, gli astenuti, principalmente appartenenti al centro-destra. Mentre arrivano le condanne di Mara Carfagna (Forza Italia) e di Giovanbattista Fazzolari(Fratelli d’Italia) ma anche le giustificazioni di Matteo Salvini(non credo che ci sia bisogno di specificare ndr.), la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, viene messa sotto scorta a causa di insulti e minacce provenienti anche e soprattutto dal web. Nel frattempo il sindaco leghista di Ferrara le nega la cittadinanza onoraria e la Segre rifiuta l’invito al convegno della Lega, dicendo che “l’antisemitismo non può essere disgiunto dal razzismo”. Sebbene questo episodio sia in seguito degenerato in una lotta politica all’ultimo tweet, laCommissione viene istituita e diventa operativa a novembre. Il 17 gennaio Milena Santerini viene nominata Coordinatore nazionale per la lotta all’antisemitismo, già nominata l’anno scorso cavaliere al merito della Repubblica. E’ evidente che lo Stato riconosce il problema e si sta impegnando per risolverlo.

Sono passati quasi tre mesi quando la mattina del 24 gennaio Aldo Rolfi trova disegnata sulla porta di casa una Stella di David accompagnata dalla scritta “qui c’è un ebreo”. Il signor Rolfi abita a Mondovì, in provincia di Cuneo, nella stessa casa in cui abitava sua madre Lidia Beccaria Rolfi, staffetta partigiana deportata nel lager di Ravensbruck. Né madre né figlio sono di origine ebrea, ma ai colpevoli pare importare poco: l’essenziale è mandare un messaggio potente a tre giorni dalle commemorazioni.

La mattina del 27 gennaio Maria, figlia della partigiana Ines Ghiron Bigliani, scopre che qualcuno ha scritto sul muro del pianerottolo della sua casa a Torino “crepa sporca ebrea”. Denuncia l’accaduto alla Digos e dichiara di non voler cancellare la scritta, come se fosse un monito per tutti gli inquilini del palazzo e non solo.

Il 30 gennaio la figlia di un partigiano torinese ritrova sul campanello di casa due adesivi con scritte e simboli che lasciano poco all’interpretazione. La donna è un’attivista dell’Anpi, l’Associazione Nazionale Partigiani in Italia. Con questo episodio se ne contano tre nella stessa settimana solo in Piemonte.

In seguito a San Daniele del Friuli (Udine) viene ritrovata una svastica sul muro di casa di Arianna Szorenyi, deportata nel 1944, sempre a Torino Marcello Segre (non imparentato con Liliana, ma noto attivista) scopre che qualcuno ha disegnato una Stella di David sulla sua porta di casa e, proprio mentre sto scrivendo, a Pomezia qualcuno ha scritto davanti a due scuole “Calpesta l’ebreo”, “Anna Frank brucia” e “Parlateci delle Foibe”.

Ma dall’altra parte, chi sono i responsabili di questi atti? Secondo la Digos è emerso un pattern di attivismo da parte di celle di estrema destra che costellano il panorama politico italiano, prime tra tutte Forza Nuova e CasaPound. Partiti che si ispirano pubblicamente al fascismo e che si impegnano particolarmente a promuovere la commemorazione degli italiani uccisi nei massacri delle Foibe tra il 1943 e il 1945, e questo spiegherebbe anche la scritta ritrovata a Pomezia. Non è difficile immaginare che questi attacchi siano organizzati e coordinati da questi estremisti, soprattutto quando si viene a conoscenza della struttura e del repertorio di azioni che questi partiti vantano.

Nel frattempo un altro preoccupante dato emerge dalle statistiche condotte dall’istituto di ricerca Eurispes e pubblicate nel Rapporto Italia 2020. Primo fra tutti spicca il dato delle persone che crede che i recenti episodi di antisemitismo siano bravate messe in atto per provocazione o scherzo: ben 37,2% degli Italiani. Segue il dato sui negazionisti della Shoah, 15,6%, su quelli che credono che “Mussolini sia stato un grande leader che ha commesso solo qualche sbaglio”, 19,8%, e quello su chi crede che l’antisemitismo sia un fenomeno in crescita, 47,5%, meno di metà della popolazione.

Articolo a cura di Raffaella De Meo

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