Cosa significa “ricordare”?

Cosa significa “ricordare”?

Cosa significa “ricordare”, se non letteralmente conservare nella memoria ciò di cui più caro abbiamo? Con quale criterio si può definire qualcosa cara?

Oggi è il 27 gennaio, nota ormai dal 1945 come la Giornata della Memoria, a ricordo delle vittime dell’Olocausto. Si può però veramente pretendere di limitare il ricordo di un avvenimento così grave, fratricida e violento come lo sterminio nazifascista ad un solo giorno?

Sembra quasi, come ormai spesso accada in troppe ipotesi, che il ricordo e la commemorazione venga limitati ad un giorno specifico solo per apparire e rendere visibile agli occhi del mondo che tutti siano pronti a ricordare non commettendo più tali atrocità. È davvero così? È davvero pronto il mondo a non commettere tali atti? Eppure, sembra sempre più che in maniera implicita tali atti vengano ancora commessi, se non in maniera così violenta come lo sterminio della seconda Guerra mondiale, anche con semplici atti diplomatici, come la costruzione fisica di un muro nei rapporti tra gli Stati Uniti e il Messico, come la riluttanza di alcuni Paesi ad accogliere migranti e lasciarli morire coperti dalla schiuma di onde bianche, dimenticando che una volta al loro posto ci sono stati i nostri avi.

Ma allora cosa significa realmente ricordare in un secolo in cui inoltre l’intelligenza informatica riesce, oltre che conservare, a distruggere i nostri dati in millesimi di secondo? Cosa significa ricordare se non prendere atto di ciò che è successo, metabolizzarlo e promettere a noi stessi che non avverrà più. Ricordare non è mai facile, né nelle piccole situazioni che ci circondano ogni giorno, né per avvenimenti così grandi, è da prepotenti ed egoisti pensare che si possa sempre ricordare e pensare che non si cadrà ancora una volta in un errore già commesso. Potrei sembrare anche io così, scrivendo di un avverimento così importante soltanto nel giorno della sua ricorrenza, ma ognuno di noi deve avere la consapevolezza che ogni frase o pensiero che scrive non lo sta scrivendo per venire osannato ma solo perché ha voglia di scriverlo, perché si sa che alla fine il primo strumento per ricordare ed anche il più bello è la scrittura. Quindi scrivi, ricorda, e giorno dopo giorno ricordati di cosa hai scritto prima, nel bene e nel male.

Leggilo perché solo così lo potrai veramente ricordare.

 

A cura di Giordana Agosta.

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