Tacos, cartelli della droga, insicurezza, spiagge caraibiche, tequila e molto altro. Che paese è realmente il Messico? Perché e come visitarlo.
Prima di iniziare a parlare del Messico bisognerebbe rendersi conto delle dimensioni geografiche e culturali di questo paese.
Le due città più distanti, Tijuana e Cancún sono separate da più di 4000km, corrispondenti a quattro ore di volo o a due giorni di macchina nel più ottimistico dei casi. In questa distesa immensa di terra si alternano una varietà incredibile di ecosistemi. Infatti il Messico è uno dei 17 paesi al mondo, grazie alla propria diversità di flora e fauna, a cui è stato attribuito lo status di paese “megadiverso”.
Il Messico (come gli Stati Uniti) non ha una lingua ufficiale, ma si è imposto di catalogare tutte le lingue nazionali. A questo proposito è stato fondato l’INALI (Istituto Nacionàl Lenguas Indigenas). Nel 2008 sono state catalaogate e riconosciute 365 lingue nazionali, parlate da altrettante popolazioni indigene.
La gastronomia messicana è stata dichiarata, insieme a quella di altri 9 paesi (tra cui l’Italia), patrimonio immateriale dell’umanità dall’UNESCO.
Tuttavia è innegabile che questo paese confinante con gli Stati +Uniti abbia la fama di essere un paese insicuro. Indubbiamente lo è. Tuttavia per i turisti non lo è più di paesi tradizionalmente ritenuti sicuri. L’esempio lampante sono gli Stati Uniti. Prendendo come riferimento il tasso di omicidi ogni 100.000 persone si può effettuare un interessante paragone. il tasso è di 68 omicidi ogni 100.000 nella città più violenta del Messico nel 2016, ovvero, Acapulco. Il tasso di omicidi nella città più violenta degli Stati Uniti nello stesso anno, ovvero St. Louis è di 59,3 (a Roma nel 2016 il tasso di omicidi è stato 0,86). Tralasciando le città più violente, le quali a causa delle loro statistiche o per mancanza di attrattive, sono ignorate dai turisti è interessante confrontare località turistiche dei due paesi confrontati. Miami e Cancún. Il tasso di 17,1 omicidi nella città della Florida è , nella città messicana è 18. Se le statistiche di alcune città prese singolarmente sono simili tuttavia il paragone a livello nazionale è improponibile. Il Messico ha un tasso nazionale di 21 omicidi per 100.000 persone , gli Stati Uniti di 7. La media nazionale messicana è incrementata da alcune regioni particolarmente violente a causa dei conflitti tra cartelli della droga. A seguito dell’estradizione negli Stati Uniti, all’inizio del 2017, di Joaquin Guzman Loera , noto come il “Chapo”, alla testa del cartello di Sinaloa il più esteso e potente del paese, vi è stato un exploit di violenza, in quanto i cartelli rivali insidiano i territori e le rotte del “Chapo”. Gli stati messicani (usando lo parola stato nell’accezione Statunitense traducibile con “regione” in italiano) più segnati dalla violenza, e quindi assolutamente sconsigliati da visitare per qualsiasi ragione sono: Veracruz, Sinaloa, Tabasco, Tamaulipas e Guerrero. Sebbene potenzialmente validi tutti come destinazioni turistiche questi stati vanno assolutamente evitati.
Nella mappa riportata vi è la distribuzione territoriale dei maggiori cartelli della droga messicani. Il business della droga è esploso in Messico con la fine dei cartelli colombiani di Cali e Medellìn. I cartelli messicani con la scomparsa dei maggiori cartelli colombiani si resero conto che quei 3000km di confine con gli Stati Uniti erano una miniera d’oro. Da allora periodicamente si scatenano guerre a suon di omicidi per determinare quale sia il cartello più autorevole in un determinato territorio. I territori più ambiti sono tutto il confine Statunitense e i porti sulle coste del Pacifico e del Golfo del Messico. Non è un caso che gli stati più violenti si trovino in queste tre regioni geografiche. Prendendo un esempio concreto lo stato di Guerrero, è attualmente conteso da ben sei cartelli della droga differenti. Il che rende questo stato, nel quale si trova Acapulco, il più pericoloso del Messico.
Comunemente gli stati più turistici sono: Yucatan, Quintana Roo e Chiapas. Stati meravigliosi tuttavia innegabilmente marcati dal turismo di massa. Delle buone alternative per chi volesse visitare qualcosa di autentico sono:
Campeche: lo stato più grande della penisola dello Yucatan, piena di cultura Maya tuttavia fortunatamente ignorato dal turismo di massa.
Nayarit: piccolo stato che si affaccia sulla costa pacifica, pieno di cittadine dall’ambiente hippie con spiagge ideali per il surf e mangiare frutti di mare freschi.
Aguascalientes: stato nel centro del Messico, 6 ore a nord di città del Messico. Durante il mese di Aprile per celebrare il santo patrono della città “San Marcos” si tiene la seconda tradizionale più grande del mondo dopo quella di Siviglia. In questo stato nacque Guadalupe Posada, autore del recentemente molto popolare “teschio messicano”.
Questo grande paese ha tantissimo da offrire, tuttavia non va affrontato come se fosse un paese europeo. Gli spostamenti tra città o stati vanno effettuati preferibilmente di giorno, in quanto in particolare stazioni di autobus o le autostrade sono punti particolarmente sensibili di notte. La polizia non è un alleato affidabile nel corso della vostra permanenza. Evitare discussioni che in Italia rimarrebbero verbali, in Messico potrebbero degenerare.
Tutte queste sono norme di buon senso ma che vanno ricordate specialmente quando si viaggia in America Latina.
A coloro che fossero interessati alle vicende legate al narcotraffico, il profilo facebook del giornalista “Guido Olimpio” pubblica periodicamente interessanti statische e articolo in merito all’argomento.
Ascolti consigliati:
Mexico en la piel – Luis Miguel
Luna llena – Leon Larregui
Jarabe Tapatìo – Mariachi Tecalitlan
A cura di Dario Sarandrea