“Da Escher non si esce” canta Caparezza in Fai da tela. Le opere dell’incisore olandese sono un infinito rompicapo, un labirinto geometrico. Escher ci catapulta in un mondo paradossale, fatto di illusioni ottiche e paradossi senza fine, ipnotizzandoci e giocando con le nostre ossessioni più profonde.
Il genio delle geometrie impossibili non fu decisamente uno studente brillante. Maurits Cornelis Escher nacque a Leeuwarden, Olanda, il 17 giugno 1898.La sua carriera scolastica fu semplicemente un disastro. Si salvava in una sola materia: arti grafiche. Nel 1922 Escher iniziò a visitare l’Italia: quei paesaggi furono per lui fonte d’ispirazione. In Spagna rimase folgorato dalle decorazioni arabesche dell’Alhambra, caratterizzate da motivi grafici periodici. Per ben 11 anni, da lui definiti “i più belli della sua vita”, visse a Roma nel quartiere Monteverde Vecchio. Nel 1935 il clima politico fascista, ormai insopportabile, lo costrinse a trasferirsi. Morì il 27 marzo 1971.
Maurits Cornelis Escher continua a vivere nelle sue opere. A Roma, al Chiostro del Bramante, di opere ce ne erano oltre 150 ed hanno attirato ben 230.000 visitatori da settembre a febbraio. La capitale ha reso così omaggio al genio dell’assurdo.
“Siete davvero sicuri che un pavimento non possa essere anche un soffitto?”.Per Escher concetti come la destra e la sinistra, il sopra e il sotto, l’inizio e la fine sono superati. Pensiamo a Mani che disegnano, in cui ciascuna mano è impegnata a disegnare l’altra. Dove comincia e dove finisce l’azione raffigurata? Ci troviamo di fronte a un paradosso. Nei suoi disegni periodici Escher distribuisce il colore in modo che gli elementi rappresentati svolgano alternativamente il ruolo di figura e di sfondo. Nell’opera Uccelli/pesci, ad esempio, gli uccelli sono acqua rispetto ai pesci e i pesci sono cielo rispetto agli uccelli. L’occhio e la mente umana non possono essere occupati da due immagini allo stesso tempo per cui vi è un salto continuo e rapido dall’una all’altra figura,in un infinito divenire del piano.
Ma chi è Maurits Cornelis Escher? C’è chi lo ha definito grafico, chi artista, chi matematico. Alcuni lo considerano solo un virtuoso disegnatore. Altri invece vogliono a tutti i costi classificarlo nel surrealismo o nell’ iperrealismo. Escher vuole semplicemente stupire, divertire, come un prestigiatore. Ha creato illusioni mentali con il solo scopo di indagare le possibilità della rappresentazione stessa. Di fronte alle opere di Escher, proviamo un’attrazione che non dipende solo dalla perfezione geometrica delle raffigurazioni, ma anche dalla vertigine del pensiero che tenta di comprenderle. Le visioni escheriane risvegliano il desiderio di superare i limiti per spingersi al di là di ogni regola. D’altronde lo dice lo stesso Escher:“Solo coloro che tentano l’assurdo raggiungeranno l’impossibile.”
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