Il Natale non è sempre stata una festa consumistica. Però, parliamoci chiaro, riuscire a vivere veramente lo spirito natalizio è sempre più difficile.
Si è creata un nuovo tipo di cultura legata al Natale, diffusa anche dai mass media, che si basa soprattutto sul comprare cose, far regali perché si ‘devono’ fare, perché ormai è così, senza nessun tipo di vero interesse.
Si è persa (quasi) del tutto la filosofia che questa festività ha: il pensare al prossimo.
Il Natale è diventata la festa della globalizzazione: il periodo preferito delle multinazionali e delle industrie, che sfornano ogni giorno miliardi di prodotti destinati al pubblico mondiale. Questo processo in continuo avanzamento ha reso tutto più piatto, privo di tradizione, forse ahimè non sarebbe sbagliato dire anche scontato ? Le persone non sembrano quasi più rimanere tali, ormai figurano come elementi utili alla circolazione del denaro e di conseguenza funzionali per il sistema.
Il consumismo sta oltrepassato la tradizione e il sentimento? Se siamo su questa strada, allora dovremmo ricordare che il Natale è principalmente un momento di unione familiare, amore e anche di cristianità. Purtroppo ormai anche questa passa in secondo piano per dar spazio al festeggiamento dell’economia, che per tutto il resto dell’anno sembrerebbe sepolta.
Molto spesso il bambino ’00 non sa nemmeno perché si festeggi il Natale o che cosa significhi andare in chiesa, per lui il 25 dicembre è il giorno dell’arrivo dei regali e del pranzo in famiglia.
Niente di più. È una giornata ormai volta al riempirsi la pancia e svuotarsi i portafogli.
Entriamo in un vortice di ‘schizofrenia’ dei consumi, una smania consumistica colma di vizi dove ogni anno, sempre di più, il Natale perde un pezzettino di valore e di tradizione. Diventa un Natale senza riferimenti, senza un ‘background’ da poter esaltare, ricordare e festeggiare.
Dovremmo vivere un Natale meno di plastica e di addobbi e più di amore e tradizione.
Ogni tanto dovremmo fermarci un attimo dalla freneticità di questa vita, sempre in movimento, sempre alienati, oltrepassare la banalità delle cose e pensare al significato profondo, allo spirito che sta dietro a questa festività, che dovrebbe essere quello di amore e solidarietà che chiama ognuno di noi a fare di più per gli altri, ogni anno.
Articolo a cura di Fiammetta Del Mancino