Pensieri scomposti di un Giovane meritocratico
Mi dicono che faccio parte della ‘Generazione Covid’.
Di quelli che nel dramma della continua emergenza pandemica stanno crescendo.
Di quelli che avrebbero voluto viaggiare, e scoprire.
Però credo che non tutto sia perduto e che ci siano dei modi per tornare a vivere la bellezza ed evadere da un mondo che non appartiene più a nessuno. Oggi trovo modi nuovi di esprimermi. Cerco l’arte. Scopro la forza liberatoria della scrittura, del disegno, della musica.
Mi dispiace molto che ci siano giovani che invece hanno perso il senso del vivere e vengono sopraffatti dalla depressione e dall’apatia.
Forse conta poco il mio pensiero, ma io sono convinto che non ci sia solitudine invincibile, che quello che oggi non c’è ci sarà domani, che la speranza vada conservata, e coltivata. Che per la Felicità bisogna saper combattere, senza resa.
Mi piacerebbe che il disagio giovanile non restasse nel silenzio di una cameretta, ma fosse portato al centro del dibattito politico e sociale. Perché dallo smarrimento è possibile ritrovarsi anche grazie al supporto di chi può decidere. Sono certo che sarebbe di grande aiuto, ad esempio, introdurre la figura stabile dello psicologo in ogni scuola. Ogni turbamento dell’anima va compreso e può essere curato.
Abbiamo subito gli errori di altre generazioni, ma dal passato si impara. Non perdiamo il coraggio. Non lasciamo vincere il disfattismo. Prendiamoci cura di Noi e diamo il nostro contributo a un mondo migliore, per il presente e per il futuro.
A cura dello staff di Meritocrazia Italia