Giornata della Matricola 2014

Giornata della Matricola 2014

“You can’t connect the dots looking forward, you can only connect them looking backwards. So, you have to trust that the dots will somehow connect in your future. You have to trust in something, God, Destiny, Life, Karma or whatever, because believing that the dots will connect down the road will give you the confidence to follow your heart even when it leads you off the well warm path.”

Care matricole e cari studenti più “stagionati”, apro questo mio primo editoriale rifacendomi ad un passaggio, a me molto caro, del discorso che Steve Jobs pronunciò di fronte ai laureati di Stanford nel lontano 2005. Sicuramente non potrei trovare parole migliori per esprimere lo stesso concetto, ed anche io, come Mr. Apple, voglio raccontarvi qualche aneddoto che mi ha permesso di chiudere i primi bilanci, di “collegare i punti”, giunta ormai all’ultimo anno del mio percorso accademico. Cominciamo dal principio, anche io nel 2010, mi aggiravo, matricola come voi, confusa ed eccitata, all’ingresso di questo nuovo mondo, la Luiss, che sarebbe presto diventato la mia seconda casa. Come la maggior parte degli studenti del nostro ateneo, ero approdata qui un po’ per caso, un po’ per fortuna: mio padre aveva avuto un sogno premonitore, mi aveva vista in Luiss ed io decisi di fare il test. Inizialmente divisa tra medicina e scienze politiche quando scoprii che la nostra università offriva il percorso di economia in inglese, essendo io filo-americana per “deformazione personale”, non esitai un attimo e le idee si fecero subito chiare, ero nel posto giusto. La convinzione di essere nel posto giusto mi ha sempre aiutata, specialmente nei periodi di studio più intensi (ossia quelli in cui dovevo preparare esami che prevedevano troppa matematica per i miei gusti). Ma non solo, questa confidence, questa sicurezza, mi sostiene ogni qual volta io debba spiegare ad amici, familiari e conoscenti, ciò che studio, ed ogni qual volta mi venga chiesto “ma con queste conoscenze dopo che ci vorresti fare?”.

Un avvenimento degno di nota, che col senno di poi, ha avuto un impatto incredibile per molteplici ragioni, sul mio cammino, è stato il fallimentare casting per il web reality organizzato dalla nostra università, Luiss On the Road, e l’incontro con quello che oggi considero il mio “mentore spirituale”, Bruno. Sono grata a Bruno per diverse ragioni, e a lui devo il mio riavvicinamento alla scrittura e la scoperta di un uso intelligente dei social media, twitter in primis, da cui consegue un universo di applicazioni interessanti da un punto di vista lavorativo. Insomma, se non fosse stato per Bruno probabilmente non sarei entrata a far parte della redazione di LiberaLuiss e non sarei qui oggi, in veste addirittura di direttrice, a darvi il benvenuto e a raccontarvi una parte della mia storia. Un altro fallimento che poi si è ribaltato a mio favore, looking backward, è stato il colloquio di lavoro presso la start up Bulsara che si occupa di toilet advertising (si, sono quelli che posizionano le pubblicità nei bagni dell’università). Conobbi il team di Bulsara al Carreer Day del 2012, una giornata che la Luiss organizza per darci la possibilità di incontrare i nostri potenziali, futuri datori di lavoro. Spinta più dalla volontà di cimentarmi in un colloquio di lavoro che dall’effettiva ricerca di un impiego, lasciavo curricula a destra e a manca, e Bulsara mi richiamò. L’incontro andò malino ma il mio interesse per questa piccola impresa crebbe, tanto che l’anno dopo decisi di analizzare proprio il loro business per la mia tesi triennale di cui sono davvero fiera e soddisfatta. “The key to success is failure”. I fallimenti, piccoli o grandi che siano, possono sempre trasformarsi in opportunità, questo precetto che mi accompagna sempre, e che mal si sposa con la mentalità “italiota”, l’ho imparato dagli imprenditori americani. Try and Fail but never fail to try.

Insomma, care matricole, se volete vivere con entusiasmo e sfruttare appieno il potenziale di questi anni universitari, non rinchiudetevi nelle aule studio, non rendete la vostra vita una sterile sequenza di semestri di lezione e sessioni d’esame, non disperatevi per i decimali della vostra media, siate ricettive ed aperte! Siate come dei fogli bianchi – the rest is still unwritten. Dunque, miei cari, ascoltate questo consiglio: approfittate di tutte le possibilità, le esperienze e gli stimoli che la nostra università vi può offrire. Partecipate a tutte le conferenze, agli eventi e alle attività che vi interessano; migliorate le vostre abilità con le lingue straniere, chiacchierando con gli studenti internazionali che animano il nostro ateneo; partite per studiare all’estero; dedicatevi al volontariato; praticate uno sport; entrate a far parte del team di un associazione o di un giornale. In breve, spingetevi sempre a dare il massimo e non limitatevi a passare gli esami, svolgendo il vostro dovere: fate sempre più di ciò che vi viene richiesto, perché la passione con cui vi dedicherete ad un’attività “extracurriculare”, per così dire, arricchirà il vostro bagaglio culturale e personale molto più di un qualsiasi 30 e lode. Non vivete con l’ossessione di dover ampliare il vostro curriculum, piuttosto arricchite la vostra anima ed il resto verrà da sé.
Tanto per farvi un esempio, se due anni fa non mi fossi iscritta al corso di grafica pubblicitaria, proposto dal nostro ateneo in collaborazione con il laboratorio Arti e Mestieri di Roma, che poco c’entra con il mio percorso di studi, non avrei mai conosciuto Agostino e, senza il suo prezioso talento creativo, questo primo numero di Globe Trotter non sarebbe stato lo stesso. All the dots are connecting.

Perdonatemi per il sermone, ma vi scrivo trasportata da una certa emozione, scrivere è la mia terapia e non è facile esprimere a parole ciò che LiberaLuiss significa per me. Da bambina, alle elementari fabbricavo dei giornalini che distribuivo ai compagni di scuola ed oggi mi è data la possibilità di dirigere un think tank di idee che promuove la cultura e l’informazione, una brillante redazione composta da una quarantina di colleghi che preferisco chiamare amici. Ma non è tutto rose e fiori, le difficoltà non mancano, la devozione ad un progetto deve essere sempre totale e comporta sudore, lacrime e sacrifici, ma il gioco vale sempre la candela. In fondo spero che la Luisa del 2002 sia fiera di me e del mio lavoro in questo giornale “per grandi”.

Care matricole 2014/2015 vi do quindi il benvenuto nel mondo Luiss e vi auguro che questo cammino universitario sia per voi un grande ed incredibile viaggio!

In bocca al lupo Globe Trotters!

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