Chiara Ferragni e Federico Leonardo Lucia (per gli amici Fedez) sono da poco convolati a nozze in una splendida cittadina alle porte di Siracusa, Noto, 24.000 abitanti circa. Le celebrazioni, in pieno stile americano (o forse indiano, per la durata), si sono tenute negli ultimi tre giorni, a ritmo di brindisi e stories su Instagram. È infatti la piattaforma social, lo strumento che ci ha permesso di seguire quello che viene considerato l’evento più atteso degli ultimi mesi, e di scrivere questa recensione dell’evento.
I centinaia di invitati – al cui appello mancano numerosi vip dati per sicuri, come Mika, J-Ax, Totti ed Ilary Blasi, e persino Paris Hilton- hanno in fatti condiviso con noi poveri spettatori digitali la “riccanza” (neologismo ad hoc per questa celebrazione) che riecheggiava in ogni minimo dettaglio di questo gigantesco evento mediatico. Ma non ci si poteva aspettare di meno dalla Fashion Blogger studiata anche ad Harvard; la Ferragni ha fatto in modo che tutto fosse perfetto per il suo “Royal Wedding”. Dai cioccolatini, alle patatine, alle spillette, alle scarpe, ai poggia testa a bordo dell’areo Alitalia -volo che ha scatenato i dubbi e le perplessità del Ministro Di Maio (causati forse dal rammarico per una partecipazione mai arrivata?)- tutto è firmato Ferragnez. C’erano anche le mascotte ufficiali uguali agli sposi. Insomma si percepisce sin dall’inizio che più che l’emozione della sposa o la tensione dello sposo, sia cruciale riportare l’hashtag #Supportedby per soddisfare gli sponsor coinvolti.
Le celebrazioni iniziano il 31 sera, con la cena di prova. Tanta musica, tanto alcol, tante foto. In breve una festa che da sola avrebbe esaurito il budget di qualunque coppia di novelli sposi. Ma ovviamente more is yet to come.
Le nozze, celebrate ieri pomeriggio con rito civile dal sindaco di Noto, Corrado Bonfanti, nella maestosa Dimora delle Balze – un casale ottocentesco nell’afosa campagna di Noto e Palazzolo Acreide- per come si sono svolte, potevano aver preso luogo in qualunque tra le migliori location della ricca America. Tra tripudi di rose e fiori bianchi, damigelle in principeschi abiti firmati Alberta Ferretti, la cagnolina della sposa agghindata a festa, fuochi d’artificio come fosse il 4 Luglio, i Ferragnez ci riempiono di dettagli da commentare.
Come qualunque matrimonio americano che si rispetti, gli sposi hanno letto le promesse, e la Fashion Blogger, scatenando le lacrime di tutti gli invitati ha concluso dicendo:
“Non ho bisogno che il mondo mi ami, ho bisogno che mi ami una sola persona e quella persona sei e sarai sempre tu”.
Ma Chiaretta, non scherziamo, tu sei tu perché i tuoi followers ti amano, non rinnegare il tuo vero amore, non è chic.
Chic, comunque, a detta di tutti, il suo abito. La “fata madrina” di Chiara è Maria Grazia Chiuri, Direttrice Creativa della Maison Dior, che ha disegnato per la Fashion Blogger i vestiti per il suo grande giorno.
Belli. Splendidi. Perché altro non potevano essere. Ma forse già visti.
Soffermiamoci per ora sull’abito della cerimonia.
L’abito della cerimonia
La tuta crochet infatti, come ammette la stessa Chiuri, si basa sulla tradizione dell’artigianato tipico dell’Italia e della Francia del Sud, e nell’insieme, il delicato, quasi angelico, abito ricorda -seppur diversi- quelli indossati dall’attrice sudcoreana Lee Yoon Ji, o quello storico di Janet Leigh, o ancora, quello più recente di Nicky Hilton… insomma, un po’ consumato come modello a cui ispirarsi. Dettaglio forse più particolare, lo spacco vertiginoso che non si vede spesso su una gonna di tulle.
Stacco pubblicitario, ops, volevo dire, fine della cerimonia. Passiamo al ricevimento.
Immersi in quella che sembra essere la grotta delle fate, fatta di luci sospese e flash, gli ospiti hanno preso parte al banchetto nuziale. Ma forse banchetto non è il termine adatto. I Ferragnez hanno infatti optato per un menù leggero, ispirato alla tradizione siciliana, di sole tre portate. Don Antonio Polese, il Boss delle Cerimonie, si sta rivoltando nella tomba.
Nonostante il menù ristretto la Ferragni -come abbiamo detto -ha continuato a stupire i suoi ospiti con un cambio d’abito. Sempre della Maison Dior; neanche il vestito per il ricevimento ci sembra una gran novità. Infatti il capolavoro di sartoria è basato sulla linea primavera-estate 2018 della firma francese, già indossata quest’anno da diverse attrici e modelle -e anche dalla stessa Ferragni-. Ma ciò che stupisce, sono i ricami. Che richiamano la relazione con il marito ed il figlio Leone che, a vederli, sembrano gli stessi presenti sul velo da sposa di Angelina Jolie, disegnati dai figli di lei. Not cool Chiara.
L’abito del ricevimento
Segue il buffet delle paste e la Torta Nuziale. Altri fuochi d’artificio.
Dopo la cerimonia ed il ricevimento un matrimonio standard arriverebbe alla sua conclusione. Ma questo non è un matrimonio standard, come si era capito.
Ci spostiamo infatti al parco divertimenti degli sposi.
Chiara cambia di nuovo d’abito, sempre Maison Dior, ma questa volta corto, è un tutù. A vederlo, Carla Fracci si sta mangiando le mani.
Come qualunque parco dei divertimenti che si rispetti, ci sono giochi, musica, luci, cibo, una ruota panoramica, le mascotte degli sposi, ed un carosello; insomma, chi lo ha organizzato era venuto al Ballo della Luiss in incognito ed è partito da li con le idee.
Per non farsi mancare niente c’erano anche i gadget, fondamentali in ogni evento pubblicitario di livello. Gli sposi hanno infatti voluto i pupazzi di peluche a loro immagine e somiglianza, e, come qualunque coppia vip che si rispetti, i piatti e le tazze con le loro facce sostituite photoshoppandole sopra quelle di Kate e William al loro Royal Wedding. E c’era anche un putto di ghiaccio dal cui membro fuoriusciva alcol. L’eleganza.
Lo sposo, che in questo spettacolo a metà tra un film Disney ed un Cinepanettone gioca solo una piccola parte, per non rubare la scena alla Regina, decide di regalare ai suoi ospiti un suo mini concerto. Chiara lo raggiunge sul palco saltellando nel suo tutù. Bolle sarebbe fiero.
Ad un certo punto nella lunga, lunghissima, notte di questo lunghissimo matrimonio, gli aggiornamenti sui social da parte degli ospiti, che iniziavano ad essere solo video di uomini -dalla dubbia prestanza fisica- senza maglietta, cominciano a calare. Si deduce che l’alcol stia cominciando a fare il suo dovere.
E, di fatto, si concludono così, le celebrazioni di quest’amore nato sui social poco più di due anni fa, e sui social coronato.
Feste di questo genere in Italia non se ne vedono tante, e sicuramente non se ne vedranno nel futuro prossimo (soprattutto per il conto a dir poco salato). Ma fa riflettere. Fa riflettere il fatto che gli ospiti abbiano passato la serata a condividere l’evento, invece che di viverlo, come d’altronde hanno fatto gli sposi. E che i ricchi ospiti non abbiano realizzato il desiderio degli sposi di fare beneficienza, invece che regali di nozze, arrivando -ad oggi- a racimolare neanche metà dei 50.000€ richiesti. Fa riflettere il fatto che milioni di persone abbiano passato gli ultimi giorni a ricaricare la pagina di Instagram per vedere le ultimissime foto dell’evento, se non altro per curiosità, come nel caso di chi scrive. Ormai so per filo e per segno cosa passa di solito per la testa delle sorelle della Ferragni, Valentina e Francesca.
Ma, detto tutto questo: è stato un bel matrimonio? Molti sono convinti di sì.
Se ne parlerà per i prossimi secoli a venire? Mah…
Avrei voluto esserci? C’è da chiederlo?
Annotazione a margine. C’è chi si augura, effetti benefici per l’economia locale. Lo stesso sindaco di Noto, si aspetta dall’impatto mediatico di questo evento, un incremento tra il 10% ed il 15% del turismo nella sua cittadina, vale a dire circa 2 milioni di euro. Non ci sarebbe da stupirsi, considerando che insieme i due sposini hanno più di 20 milioni di followers.
Concludo dunque ringraziando l’eccezionale rete internet di Noto, e le centinaia di stories su Instagram senza le quali questo articolo non sarebbe mai stato scritto, e la mia curiosità soddisfatta . Ah e dimenticavo: che serenità, felicità e tanti like accompagnino la coppia, e voi tutti, per tutta la vita!
A cura di Francesca Feo