È il pomeriggio piovoso del 10 Marzo ad accogliere il professor Lucio Caracciolo, direttore della rivista italiana di geopolitica Limes dal 1993, presso l’aula polivalente della sede di Viale Romania della LUISS in occasione dell’incontro organizzato da ASP. Ad accompagnarlo il professor Germano Dottori, studioso di studi strategici e collaboratore della testata. La sala è gremita di coloro che hanno sfidato il tempo avverso per poter assistere alla presentazione del volume pubblicato il 29 febbraio, incentrato su un possibile stravolgimento dell’attuale contesto politico internazionale.
La terza guerra mondiale? titola la copertina, rivolgendo al lettore un interrogativo talmente vasto e sconcertante da lasciare perplesso chiunque vi si imbatta. Una domanda sorprendente per la propria brutalità, la quale tuttavia sembra divenire di giorno in giorno più pressante mentre si assiste all’evoluzione degli intricati scenari di conflitto evidenziati dalla stessa ricerca portata avanti da Limes: l’Ucraina, il Medioriente, i mari cinesi – dove si sta attualmente disputando una controversia territoriale dovuta alla volontà di Pechino di imporre il proprio controllo sul mare per garantire il trasporto delle risorse provenienti dall’Africa -. A questa domanda hanno cercato di dare risposta il professore e gli studenti partecipanti, consentendo a ciascuno dei presenti di uscire dalla conferenza con molte più domande di quante ne avesse prima, ma soprattutto con la curiosità e la volontà di trovare una risposta ad ognuna di esse – un’opportunità per cui si ha solo che da ringraziare -.
Sorge spontaneo chiedersi, per cominciare, quali siano o saranno le caratteristiche di una possibile terza guerra mondiale. Quali proporzioni distruttive assumerà? Quanti civili verranno coinvolti? Come si svolgeranno le battaglie? La prospettiva adottata dal professor Caracciolo è fin da subito molto chiara: non è possibile, attualmente, parlare di una vera e propria “terza guerra mondiale”. Essa non sarà un conflitto tradizionale, caratterizzato da un apice di violenza chiaro e definibile oltre cui si può decretare la fine della guerra, come è stato nei primi due casi. Se il conflitto si svilupperà, afferma il docente, sarà a causa dell’incapacità delle maggiori potenze internazionali di gestire gli scenari critici che attualmente stanno prendendo piede nella cosiddetta Caoslandia.
Tale termine altamente evocativo è riferito, nell’analisi proposta all’interno del volume, ad una vasta area geografica comprendente il Centro America, l’Africa, il Medioriente ed il Sud-est asiatico. Si tratta di un territorio caratterizzato dalla presenza della maggior parte dei conflitti attualmente in corso, un’area che si riteneva dovesse seguire il destino apparentemente preimpostato della globalizzazione e che, invece, si è rivelato essere un contesto instabile e dominato da una pervasiva attività criminale, oltre che bellica in senso stretto.
Da Caoslandia giungerà il vento di guerra che potrà far precipitare il mondo intero in un orrore ben più grande di quello vissuto dalle precedenti generazioni, reso tale a causa della formidabile potenzialità di distruzione dimostrata dagli armamenti di ultima generazione. Si tratterebbe, qualora dovesse verificarsi, di una guerra totale, da cui nessun essere umano sarebbe in grado di trovare scampo.
Questa è la situazione che si prospetterebbe all’orizzonte qualora non si riesca ad intervenire preventivamente. In questo il professore è assolutamente chiaro: per quanto le potenze straniere possano portare avanti guerre “per procura” all’interno dei Paesi membri di Caoslandia, nulla rende il passaggio ad un conflitto su scala internazionale assolutamente necessario. La sensazione che si prova sentendo le parole del docente è quella di avere fra le mani la responsabilità definitiva: lavorare affinché ci sia la possibilità di lasciare alle nuove generazioni non più un mondo migliore, bensì semplicemente un mondo. La posta in gioco non potrebbe essere più alta e di ciò era ed è consapevole chiunque sia stato presente quel giorno, mentre guardava scorrere le cartine sullo schermo ed immaginava di fronte a sé il proseguire del conflitto in quelle terre lontane. La guerra, però, bussa alla porta di tutti.
A cura di Riccardo Antonucci