È la viglia di Natale quando Jacob Marley, morto come un chiodo infisso in una porta, appare a Ebenezer Scrooge, dando il via ad un celebre racconto di Natale. Il “Canto” di Dickens diventa un classico del periodo e tuttora continua ad essere riproposto (alcune volte facendo riprendere a personaggi diversi i ruoli dei bei più noti — come gli abitanti di Topolinia e Paperopoli in “Canto di Natale di Topolino”, Barbie in “Barbie e il canto di Natale” o persino i My Little Pony nell’episodio “La festa dell’amicizia” — in altre occasioni invece è la creatività dello stesso autore ad essere al centro dell’attenzione, come nel film “Dickens – L’uomo che inventò il Natale”). Tuttavia, per quanto la produzione natalizia di Charles Dickens sia tra le più note (e non limitata a questo solo scritto), non è l’unica. Sempre il 24 Dicembre inizia anche un famoso romanzo, di cui a breve arriverà nelle sale la nuova versione cinematografica, “Piccole Donne” di Louisa May Alcott.
Il Natale è sempre (o, quantomeno, da quando lo si festeggia) stato un tema presente in letteratura: è facile che faccia da protagonista assoluto in storie dedicategli — come in “Polar Express” di Chris Van Allsburg, da cui è stato tratto l’omonimo film, ambientato la notte della Vigilia, in cui il protagonista arriva ad incontrare Babbo Natale al Polo Nord — ma spesso è possibile ritrovarlo anche in libri in cui l’intento primario dell’autore non era narrare una storia incentrata su di esso — come nella saga di Harry Potter, dove Hogwarts viene addobbata per le festività ed è proprio in quel periodo che i protagonisti vivono alcune tra le loro più significative avventure, oppure ne “Le cronache di Narnia – Il leone, la strega e l’armadio” dove i tre fratelli Pevensie s’imbattono, in un capitolo, nello stesso Babbo Natale, con tanto di consegna dei doni.
Si è persino arrivati al punto di avere un libro sul Natale per persone che detestano il Natale, ovvero “Il Grinch” del Dr. Seuss, un semplice racconto illustrato per bambini, che però è entrato tanto nell’immaginario collettivo da appellare chiunque non sia proprio d’umore festivo con il nome del protagonista.
L’ultimo racconto tra quelli che intendo citare, perché ce ne sono molti altri, alcuni anche di origine italiana, è di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, un nome lungo che potrebbe non solleticare la memoria, eppure la sua opera porterà Čajkovskij a musicare “Lo schiaccianoci” (uno tra i più iconici balletti russi che si svolge durante la notte di Natale e segue Clara e Schiaccianoci che danno battaglia al re dei topi).
È innegabile che il Natale abbia pervaso la letteratura (per non dire, i libri in generale, se si considerano tutti i tipici romance natalizi che vengono solitamente pubblicati negli ultimi mesi dell’anno) e da lì sia stato esportato su grande e piccolo schermo e palcoscenici, ed è improbabile che tale topos sparisca in tempi brevi, ciononostante, potrebbe essere un’interessante maniera alternativa di trascorrere la Vigilia in famiglia: avvolti in coperte calde, sorseggiando cioccolata calda accompagnata da biscotti di pan di zenzero, tutti riuniti ad ascoltare il capofamiglia che narra un canto di Natale.
Articolo a cura di: Ludovica Esposito