Susan Goodman Komen nacque nel 1943 a Peoria, nell’Illinois. All’età trentatré anni le fu diagnosticato un cancro al seno che la portò alla morte tre anni dopo, nel 1980. La sua malattia spinse la sorella Nancy Goodman Brinker a pensare che Susan si sarebbe potuta salvare se solo avesse saputo di più sul cancro che l’aveva colpita e su come affrontare la sua situazione. Nancy promise a Susan che avrebbe fatto tutto ciò che fosse in suo potere per cercare di sconfiggere questa forma di tumore. Fu così che prese vita la “Susan G. Komen for the Cure”, che è ad oggi nel mondo la più grande e considerevole organizzazione no profit che si occupa della lotta ai tumori del seno, operando una promozione della prevenzione della malattia, un aiuto alle donne che si confrontano con essa ed un miglioramento della qualità delle cure. Attualmente,l’associazione ha più di centomila volontari che lavorano in una rete di 124 filiali; fra queste, il primo Affiliato europeo è proprio la “Susan G. Komen Italia”, che dal 2000 lavora attivamente in progetti di sensibilizzazione volti a garantire una maggiore percezione dell’importanza di portare avanti una battaglia comune contro il cancro al seno, che ogni anno uccide quasi dodicimila donne in Italia.
Ad Ottobre, in occasione del mese rosa della prevenzione dei tumori al seno, la Komen Italia Onlus ha lanciato, attraverso i social media, una straordinaria forma di raccolta fondi che prevede che uomini e donne scattino una fotografia al proprio seno, un “reggiselfie” appunto, e lo carichino, a fronte di una donazione minima di due euro, sul sito www.mosaicorosa.it, in cui sarà possibile osservare un mosaico virtuale, o “collage di solidarietà” formato dalle immagini che i donatori avranno scelto di condividere per testimoniare il proprio impegno nella lotta. Ogni persona potrà poi nominarne un’altra, incitandola a fare lo stesso e consentendo in questo modo un’ampia diffusione della causa. Mediante l’utilizzo di Internet, la campagna mira ad ottenere una presa di posizione di impegno pubblico nella lotta alla malattia da parte del maggior numero di persone, nonché a sollecitare in merito al sempre fondamentale valore che ha il contributo del singolo nella complessa guerra a questa patologia.
Senza nudità o volgarità, ma con genuinità ed ironia, “Reggiselfie” ci rivela l’insegnamento più importante : come nell’iniziativa della Komen, un’unica foto non avrà alcun impatto ma un “collage di solidarietà” lo avrà, spingendoci ad incamminarci nel sentiero della trasformazione verso un mondo più sensibile e attivo nella battaglia al tumore al seno; così, in ogni altra sfida della vita, il nostro singolare apporto può non funzionare, ma la collaborazione di più individui, uniti nella volontà di cambiare le cose, può fare la differenza.
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