La libertà che difende le libertà

La libertà che difende le libertà

Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione; questo diritto include la libertà di sostenere opinioni senza condizionamenti e di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo ai confini.

 Articolo 19, Dichiarazione Universali dei Diritti Umani

 

La libertà di espressione, è la libertà di esprimere le proprie idee e di divulgarle a un indeterminato numero di destinatari. È una libertà che si estende al pensiero politico, alla fede religiosa, all’arte, alla scienza ecc.

Ma la libertà di espressione, in molti paesi del mondo, ha un costo. In tutto il globo giornalisti, blogger, persone che criticano pubblicamente il proprio Governo, vengono minacciati, arrestati, detenuti e maltrattati per aver manifestato il proprio pensiero.

Ogni persona ha il diritto dicercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo ai confini; questo diritto è importante non solo nella sua funzione sociale, come sopra accennato, ma anche per lo sviluppo e la dignità personale del singolo individuo ed è collegata a una serie di altri diritti umani, altrettanto rilevanti, come la libertà di pensiero, coscienza e di religione (art. 18 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani).

La libertà di espressione è sempre stato un valore fondamentale nel lavoro di Amnesty International, che dal 1961 porta avanti campagne per la liberazione dei prigionieri di coscienza: persone imprigionate per le loro opinioni, ma anche per l‘origine etnica, il sesso, il colore della pelle, la lingua o l’orientamento sessuale. Purtroppo, abusi di questo genere sono più frequenti di quanto si possa immaginare e Amnesty International si batte per la liberazione di tutti i prigionieri di coscienza, prontamente e senza condizioni.

La libertà di espressione è “l’arma” dei difensori dei diritti umani. Gli individui, i gruppi o le organizzazioni che promuovono e proteggono i diritti umani, con mezzi pacifici e mai violenti, usano e contemporaneamente incoraggiano la libertà d’espressione. Per queste loro attività, i difensori dei diritti umani sono anch’essi tra le vittime di abusi da parte di governi, forze di sicurezza, gruppi armati, leader religiosi, ma anche da parte delle loro stesse comunità, che vogliono metterli a tacere per le loro azioni e opinioni dissenzienti.

Internet ha aperto nuove possibilità per cercare e diffondere informazioni e idee. Ma, ugualmente, in questa piattaforma la libertà di espressione viene costantemente minacciata. Anche in queste vicende Amnesty International è presente, come con la campagna portata avanti in favore di Mohmaed Mkhaïtir, blogger di 32 anni che ha osato criticare coloro che usano la religione per emarginare alcuni gruppi sociali nel suo paese, la Mauritania. Un post su Facebook gli è costato una condanna a morte, il 24 dicembre 2014, con l’accusa di apostasia. Arrestato il 5 gennaio 2014, ha trascorso i primi sei mesi della detenzione in isolamento, senza servizi igienici, neanche una doccia. Mkhaïtir sta aspettando la propria esecuzione.

Positivamente è finita invece la storia di Mohamed al-Ajami, conosciuto come “il poeta dei gelsomini”. Dopo oltre quattro anni di appelli, è stato rilasciato il 15 marzo 2016 dalle autorità del Qatar. Nel 2010 aveva svolto un reading privato a casa propria, recitando versi della tradizione poetica Nabati, e per questo è stato accusato di incitamento pubblico al sovvertimento del sistema, sfida pubblica all’autorità dell’Emiro e diffamazione pubblica della Corona. Nonostante fosse stato condannato all’ergastolo e poi in appello a 15 anni, grazie alla pressione esercitata a livello internazionale è tornato libero.

Una bella notizia, ma gli abusi sono ancora troppi e ovunque.

 

A cura di Marta Pistone

 

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