Steve Jobs una volta aveva detto “coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, di solito lo fanno” e non aveva forse tutti i torti.
I cambiamenti sono da sempre una parte integrante del processo evolutivo dell’ individuo perché crescere significa cambiare e cambiare significa crescere d’altronde.
Tuttavia se ci soffermassimo anche solo un attimo sull’idea di dover crescere, non saremmo tutti almeno un po’ spaventati?
Questo, a mio parere, è il momento in cui questa sensazione è maggiormente amplificata. Iniziare il proprio percorso universitario coincide non solo con la fine della vita da liceale spensierato, ma anche con la consapevolezza di se stessi e del proprio futuro, con l’assunzione di responsabilità più o meno grandi, con la vittoria per ogni buon proposito portato a termine e con la maturità di affrontare nuovamente una sfida persa in precedenza.
Insomma, io penso che la realtà universitaria debba senza dubbio formarci sia sotto l’aspetto professionale ma anche e soprattutto sotto un aspetto che si potrebbe definire umano.
E’ quindi opportuno che questo leggero timore lasci spazio alla voglia di avventura e all’energia senza freni che abbiamo dimostrato fino a questo momento. Certo, non sarà semplice.
Mi rivolgo in particolar modo a tutti gli studenti fuori sede che, proprio come me, a settembre dovranno lasciare la propria casa, abituarsi a non uscire con gli amici di sempre e cambiare totalmente la routine di una vita. Certo, alcune volte non sarà come avremmo immaginato .
Ma in fondo alla nostra generazione non sono mai piaciute le cose semplici.
E se non sarà come credevamo, sarà anche meglio di ciò che speravamo.
Articolo a cura di Elena Sofia Venturi