Le Feste in Cina

Le Feste in Cina

Sebbene il Natale non sia una festa tradizionale in Cina, poiché la maggior parte dei cinesi si professa buddista, taoista o confuciana, anche lì da decenni ormai, non mancano le celebrazioni a tema natalizio e la consuetudine di scambiarsi i regali nel giorno del 25 Dicembre.

Il Natale, come celebrazione religiosa di matrice cristiana, approda nel paese del Dragone infatti nel lontano XVI secolo, grazie ai gesuiti, spegnendosi con la Rivoluzione Culturale di Mao e riemergendo dalle ceneri intorno agli anni Novanta, con l’apertura della Cina all’Occidente e la globalizzazione, che tutt’oggi rendono il Natale una festa universalmente accettata anche in Oriente, più che altro nella sua accezione consumistica.

Passeggiando per i vicoletti delle città cinesi quindi, troveremo luminarie, decorazioni megagalattiche, mercatini e spettacoli di natale, oltre che eventi di beneficienza e fiere o degustazioni di manicaretti associati alle festività, per la gioia di tutti, grandi e piccini! Curioso è come gli alberi di Natale vengano addobbati con lanterne, fiori e festoni di carta lavorata, oltre che con luci sfavillanti, piuttosto che con le comuni palline.

Il 24 e il 25 vengono trascorsi tra feste in locali chic e nelle hall degli hotel di lusso o nei pub, insomma un po’ come in Occidente, ma non è raro assistere oltre che alla sfilata di Babbo Natale e le sue renne, anche a manifestazioni tipiche del folklore cinese, come il teatro delle ombre o spettacoli dell’Opera di Pechino.

Degna di nota sicuramente è anche la più tradizionale festa del Solstizio d’Inverno, festeggiata in Cina tra il 21 e il 23 Dicembre: nata con la dinastia Han tra il 202 e il 220 a.C. e largamente celebrata dalle dinastie Tang e Song in seguito, è una festa legata alla teoria dello Ying e dello Yang (che come sappiamo rappresentano i due principi opposti e complementari del maschile e femminile, luce e oscurità, bene e male, alla base della vita e della morte in tutto l’universo, secondo il Taoismo). Il solstizio d’Inverno perciò rappresenta il preludio, il grembo che porta con sé la rinascita a nuova vita, in quanto segue l’Autunno in cui tutto decade e precede la Primavera che tutto rinnova.

I ravioli sono la pietanza prediletta per celebrare questa ricorrenza, usanza che si ricollega alla leggenda in cui Zhang Zhongjing, un medico vissuto verso la fine del periodo Han, trovando i propri concittadini infreddoliti, con le orecchie rosse e affamati di ritorno da un lungo viaggio, cucinò un piatto dalle incredibili proprietà ristoratrici secondo la medicina tradizionale cinese, gli Jiăo Er ( 饺儿 ). Essi avevano la tipica forma a mezzaluna, che ricordava appunto un orecchio, e permisero al popolo di salvarsi dal gelo invernale, rendendo i tradizionali ravioli cinesi, diversamente farciti e preparati nelle svariate zone della Cina, uno dei piatti più amati e versatili di sempre!

Ultimo, ma non per importanza, è il Capodanno cinese, meglio conosciuto come capodanno Lunare o Festa di Primavera: 春节 (chūn jié), che stavolta cadrà il 12 Febbraio 2021, segnando l’avvento dell’anno del Bue. Come per noi tra il 31 Dicembre e il 1 Gennaio, ci sono i tradizionali cenoni di famiglia, fiere, spettacoli e danze tradizionali, oltre che le immancabili preghiere al Buddha per la venuta di un nuovo e prospero anno.

Lanterne, sfarzose decorazioni attorno alle porte delle case e festoni si tingono di rosso, il colore associato in Cina alla fortuna. Il periodo di festeggiamenti dura 16 giorni, parte dalla Vigilia di capodanno, e termina con la Festa delle Lanterne.

Il tradizionale scambio di doni, soprattutto in famiglia, in Cina consiste nella consegna delle 红包 (hóng bāo), buste rosse contenenti dei soldi, più che altro una cifra simbolica, destinata in genere a bambini, giovani e anziani in pensione, come augurio di prosperità e buona fortuna per l’anno che viene.

Non mancano per strada coloratissimi fuochi d’artificio e parate in cui assistere alla celebre danza del drago, la danza del leone o le fiere del tempio, insomma, tutto ciò che possa richiamare lo splendore del periodo imperiale e colmare ogni cuore di sincera allegria e spensieratezza.

Articolo a cura di Francesca Nardella

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