Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad una crisi politica con risvolti degni della miglior tragicommedia, con partiti che non hanno esitato ad attaccare il Presidente Mattarella, reo a loro dire di non rispettare la volontà degli italiani e di essere un “burattino” di Bruxelles, il tutto coronato dalla proposta 5 Stelle di impeachment (che Salvini si è ben guardato dall’appoggiare).
L’ultimo atto è andato in scena ieri sera a Napoli, dove Di Maio si è reso protagonista dell’ennesimo giro di valzer, affermando che: <<L’impeachment non è più sul tavolo poiché “cuor di leone” Salvini non ci sta>>, aggiungendo poi: <<Se abbiamo fatto sbagli lo diciamo, siamo pronti a rivedere la nostra posizione>. Una sorprendente inversione ad U, volta alla distensione con il Colle e figlia di un bagno di realtà: mercati impazziti, rischio di default e prospettiva di voto a luglio.
I 5 Stelle hanno realizzato che la rincorsa a Salvini potrebbe costare caro in termini di consensi, causando l’allontanamento di quegli elettori moderati, in gran parte transfughi del PD o di Scelta Civica, che hanno permesso al movimento di divenire un partito di massa.
Inoltre oggi Matteo Salvini, nel corso di una diretta Facebook, ha chiuso nuovamente ad una possibile nuova trattativa per formare un governo con i Pentastellati. Il leader del Carroccio ha dichiarato: <<Di Maio riapre all’ipotesi di un governo M5S-Lega tendendo la mano al Colle? “Riapre” a chi? A che cosa? Non è che siamo al mercato. Ora spieghi Mattarella come uscirne, noi siamo a disposizione per accompagnare il Paese al voto il prima possibile>>. Ha poi aggiunto riguardo ad un eventuale governo Lega-M5S: <<Ci abbiamo lavorato un mese, hanno detto che questo ministro non va bene, quell’altro nemmeno, deve essere simpatico alla Merkel, a Macron, ai commissari europei. L’Italia non è un Paese schiavo di nessuno. I tedeschi si facciano gli affari dei tedeschi, i francesi gli affari dei francesi che all’Italia pensiamo noi>>.
Una situazione estremamente fluida, per usare un eufemismo.
A cura di Nicola Ghedin