L’insostenibile fluidità di Federer

L’insostenibile fluidità di Federer

“Il Re è tornato!”, “Lunga vita a King Roger!”, “peRFect”: queste e molte altre lodi al tennista più vincente ed elegante di sempre stanno circolando su tutti i blog e i siti dedicati al tennis. Per i fan dell’ultima ora vedere Federer al top della condizione e in cima alle classifiche di rendimento potrà non risultare una notizia, ma per gli appassionati e gli addetti ai lavori i risultati ottenuti quest’anno da Roger sorprendono enormemente. È vero che se dici Tennis dici Federer, ma i più non sanno che lo svizzero ad Agosto ha spento la bellezza di 33 candeline, non poche per uno sportivo. Inoltre, considerando la deludente passata stagione del nativo di Basilea, stupisce un bel po’ trovarlo al numero 2 del ranking ATP (la classifica che, in base ai risultati ottenuti da ciascun tennista nei tornei delle ultime 52 settimane, assegna le teste di serie dei tornei successivi), dietro soltanto al campione in carica di Wimbledon, un certo Novak Djokovic. Ma come può Federer a 33 anni competere con atleti obiettivamente più freschi, come i ventisettenni Murray e Djokovic o il ventottenne Nadal, e spesso concedersi il lusso di batterli con una certa facilità? Come può Re Roger continuare a sorprendere spettatori di tutte le età e di tutte le etnie con la semplicità che lo contraddistingue? Come disse David Foster Wallace, scrittore di breve, ma intenso successo, nella sua opera dedicata al tennista di Basilea, “La spiegazione metafisica è che Roger Federer è uno di quei rari atleti preternaturali che sembrano essere esenti, almeno in parte, da certe leggi fisiche.”. E, secondo il mio modesto parere, credo proprio che avesse ragione…

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *