“Sono bianca, tedesca, nata in un Paese ricco e ora sento l’obbligo morale di aiutare chi non aveva le mie stesse opportunità”: queste sono le parole pronunciate in un’intervista di Repubblica da Carola Rackete, capitano della Sea-Watch 3, che lo scorso 27 giugno ha approdato a Lampedusa senza autorizzazione e speronando una motovedetta della Guardia di Finanza che le aveva intimato l’Alt. Indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violazione del decreto Sicurezza bis e del codice della navigazione, la vicenda di Carola diventa celebre in tutto il mondo, al centro di un acceso dibattito politico in Italia ed Europa.
Senza entrare nel merito della questione, in cui l’opinione del singolo risente ovviamente del proprio orientamento politico, è interessante però soffermarsi sulla posizione che la Francia ha assunto in proposito, non perdendo mai questa occasione di ingerire negli affari interni italiani. Infatti, già prima il portavoce del governo Macron aveva attaccato l’Italia per non aver aperto i porti alla Sea-Watch 3; ora invece pare che Carola Rackete riceverà addirittura la medaglia Grand Vermeil, massima onorificenza del Comune di Parigi, per aver salvato migranti in mare. Medaglia che, secondo il comunicato ufficiale dell’amministrazione guidata dalla sindaca Anne Hidalgo, “vuole simboleggiare la solidarietà e l’impegno di Parigi per il rispetto dei diritti umani”. La notizia non può che suscitare stupore, visto che prima del 27 giugno scorso il capitano aveva chiesto anche alla Francia l’autorizzazione a far sbarcare i migranti in uno dei suoi porti e non aveva ricevuto risposta. A raccontarlo è stata la stessa Carola in un’intervista a Le Nouvel Observateur.
Come se questo non fosse già abbastanza per dimostrare l’ipocrisia francese in merito, il 17 luglio scorso l’Ong Mèdecins du Monde ha denunciato alla procura di Nizza il trattamento degradante a cui la polizia francese sottopone i migranti che da Ventimiglia cercano di entrare in Francia. Come si evince dalla denuncia, non solo spesso non vengono separati i minori dagli adulti e le donne dagli uomini, ma addirittura i migranti verrebbero stipati in dozzine in container di quindici metri quadri, senza acqua né cibo, né bagni funzionanti. E tali detenzioni durerebbero oltre le “quattro ore ‘ragionevoli’ di privazione della libertà consentite dal Consiglio di Stato”.
La situazione era già stata denunciata in passato: infatti, a fine 2018 la procura di Nizza aveva annunciato che avrebbe aperto un’inchiesta al riguardo. Ciononostante, innumerevoli sono le testimonianze che attestano come tali violazioni dei diritti umani continuino tuttora ad avere luogo. Per esempio, Mèdecins du Monde riporta la storia di un minore nigeriano, che è stato trattenuto in un container, per oltre dieci ore, nella notte tra il 27 e il 28 maggio scorso. Oppure, quella di una donna senegalese, che è stata detenuta lì per più di nove ore nella notte tra il 16 e il 17 giugno scorso. Oltretutto, tale donna aveva chiesto alle autorità francesi di essere visitata da un medico, ma ha dovuto aspettare di rientrare in Italia perché ciò avvenisse. Il Giornale, invece, riporta la testimonianza di un immigrato di nome Amid, il quale afferma: “stanotte sono stato in quel container. Mi hanno fatto dormire per terra, sul pavimento”. Amid vi è rimasto per tredici ore, senza cibo e “con un solo un bicchiere da bere”. Inoltre, la porta era chiusa a chiave.
Che la Francia respingesse brutalmente gli immigrati al confine con l’Italia già era noto – si ricordi, a tal proposito, l’episodio in cui una donna incinta fu strattonata dalla gendarmerie affinché scendesse da un treno diretto in Francia (aprile 2018). Ma si ignorava che i migranti fossero sistematicamente sottoposti a trattamenti inumani e detenuti in condizioni simili. E il fatto stesso che, nonostante la procura di Nizza avesse già annunciato di aver aperto un’inchiesta in merito, da dicembre a oggi siano state esposte ben tredici denunce analoghe dà idea della misura in cui tali violazioni dei diritti umani vengano perpetrate. Intanto, però, Parigi ha deciso di insignire Carola della più alta onorificenza e il governo Macron continua a non perdere occasione per apostrofare e redarguire l’Italia, che – come al solito – sarebbe xenofoba e razzista. Che ipocrisia.
A cura di Virginia Della Torre