Ogni giorno compiamo una grande quantità di movimenti. Il nostro corpo, certo, è abituato ad una serie costante di questi, che ripetiamo quotidianamente, ma si adatta velocemente a qualsiasi novità. Se ci alziamo dal letto o ci sediamo su un sofà, le gambe si stendono e si piegano, la schiena porta con sé tutto il peso della testa e degli arti superiori facendo lavorare decine di muscoli. Noi non ci accorgiamo di niente perché siamo nati con lo scopo di una vita bella e sicura, ma se ogni movimento non fosse più così scontato e iniziassimo a sentire la fatica nel compiere anche quei semplici gesti?
La medicina la chiama disabilità. Le tipologie sono molte, ma anche con quelle più lievi è difficile convivere. Ti senti imprigionato letteralmente in un corpo non tuo, in una realtà dalla quale è impossibile scappare. La vita cambia da un giorno all’altro, le relazioni sociali tendono a svanire e tu stesso ti senti perso. Provi un senso di pesantezza fisica e mentale e, per i più sensibili, è facilissimo cadere in depressione. Per fortuna c’è chi ti ama che ti sostiene ma, al tempo stesso, la sofferenza è alimentata dal fatto di mostrarsi in quella condizione limitativa agli occhi dei tuoi cari.
Ci sono persone, però, che non hanno bisogno di un corpo sano e perfetto per sentirsi vivi e belli. Sono quelle che sorridono e assaporano ogni attimo della vita, che sia una soffio di vento, un raggio di sole o anche un tenero bacio.
E poi ci sono quelle creature che non vedono limiti di alcun genere, la loro mente va oltre ogni immaginazione. Persone che danno il loro meglio offrendo semplicemente tutta la forza fisica che hanno. L’altra sera, guardando un programma in tv, ho visto una coppia ballare. La ballerina era meravigliosamente perfetta, con quei saltelli e quelle giravolte. Il suo vestito si muoveva seguendo i movimenti graziosi e decisi che lei le suggeriva. Era una donna che definiremmo disabile, che con due protesi e una montagna di eroismo sembrava volare su quella pista. Guardandola, ho percepito che racchiudeva nei suoi occhi e nelle sue espressioni un qualcosa di particolare: era in pace con sé stessa. Aveva raggiunto un grande obiettivo, il suo obiettivo: quello di dimostrare al mondo che il suo era un limite solo agli occhi degli altri. Semmai, solo un ostacolo, comunque superabile.
Sempre più spesso, grazie al progresso della scienza, anche i disabili possono cimentarsi in qualsiasi sport. Questo permette loro di percepire la vita attraverso il loro corpo, di conoscere persone con le stesse passioni e con i medesimi disagi, di sentirsi in compagnia. La competizione, inoltre, conferisce la carica giusta per dimostrare la propria forza di volontà.
Le attività sportive che i diversamente abili riescono a compiere sono la prova che la mente controlla la materia.
Non fermiamoci dinanzi alle difficoltà. Troviamo la forza dentro di noi per andare oltre, toccare quelle possibilità infinite che la vita ci offre e amiamola, qualunque essa sia.
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