Je suis Charlie. Sono Charlie, ovviamente, ma oggi voglio anche essere una delle bambine nigeriane costrette a farsi saltare in aria per radere al suolo scuole, mercati, villaggi interi. Perché, parallelamente agli attenti di Parigi, un’altra parte del mondo è stata teatro di atroci barbarie.
In Nigeria è da tempo che si combatte una guerra contro Boko Haram, un’organizzazione terrorista jihadista diffusa nel nord del paese, il cui scopo è quello di instaurare il califfato in tutto lo stato attraverso un’indiscriminata e sistematica pulizia etnico-religiosa. Dal 3 al 7 gennaio ha avuto luogo “il massacro di Baga”, che ha portato alla distruzione di 16 villaggi e della stessa città. Baga era una delle ultime aree del nord della Nigeria non ancora sottoposte all’occupazione di Boko Haram, nonché base del quartier generale della Multinational Joint Task Force (MNJTF), forza nazionale combattente l’organizzazione terrorista. Era quindi un bersaglio certo dei terroristi, che il 3 gennaio sono entrati in città mettendo a ferro e fuoco le abitazioni, devastando ogni cosa e sterminando barbaramente tutti i civili. Le inconfutabili immagini satellitari testimoniano l’immane portata dell’attacco, in cui si vede chiaramente come un’intera città sia stata quasi completamente cancellata dalle cartine geografiche. Le vittime stimate, secondo la BBC, sarebbero quasi duemila. Testimoni sopravvissuti affermano “Hanno ucciso così tante persone, ho visto cento persone massacrate in un attimo. Ho corso nella boscaglia, e mentre noi correvamo, loro sparavano e uccidevano”. Un uomo fuggito da Bag aracconta di aver “calpestato cadaveri” per 5 chilometri durante la sua fuga. L’attacco è stato definito da Amnesty International il peggior massacro compiuto da Boko Haram in Nigeria.
Ma l’orrore non finisci qui. Il 10 gennaio una bambina di appena 10 anni imbottita di tritolo si è fatta saltare in aria in un mercato a Maiduguri, uccidendo almeno venti persone, mentre il giorno successivo la stessa scena si è ripetuta in un’altra cittadina, Potiskum, sempre in un mercatino, sempre protagoniste due bambine trasformate in bombe umane.
Traboccano di orrore queste storie. Sembra quasi che tutto il male del mondo abbia deciso di far capolinea nel nord della Nigeria, dove chi è a scuola, chi cammina per strada, chi compra la frutta in un mercatino, deve aver paura anche di una bambina innocente, dannatemene innocente, la cui unica colpa è quella di essere nata troppi chilometri lontana dall’Occidente, quell’Occidente che è peccato, come dice la stessa etimologia di Boko Haram. Se solo quella bambina fosse nata in Occidente… beh, magari sarebbe stata una“peccatrice”, avrebbe fatto sesso a 15 anni e direbbe troppe parolacce. Ma sarebbe ancora viva, avrebbe ancora dei sogni, avrebbe un futuro. Quel futuro che in Nigeria, adesso, non esiste più per duemila persone.
E quindi, adesso, permettetemelo: “Nous sommes Nigérians”.