“ Quattro chiacchiere” con Paolo Bonolis

“ Quattro chiacchiere” con Paolo Bonolis

Lo scorso 30 Marzo la nostra redazione ha partecipato all’ evento “ Dove eravamo rimasti”, svoltosi presso la sede Luiss di Viale Romania ed organizzato per celebrare il sessantesimo compleanno della Rai. Tanti graditi ospiti : il direttore generale Rai Luigi Gubitosi, il direttore di RaiUno Giancarlo Leone e ancora Gaia Tortora, Milly Carlucci, Fabrizio Frizzi e Paolo Bonolis. Dopo un excursus di immagini del passato e del presente ed interventi dei protagonisti, Bonolis ci dedica qualche minuto rispondendo ad alcune domande.

Lei spesso ha trattato il tema della televisione come strumento di educazione e formazione. Non di rado però si definisce un programma “programma spazzatura “; al riguardo, ritiene che sia una qualifica adeguata e corretta? E quale consiglio si sente di dare ai giovani che si trovano di fronte a questo potente e forse anche pericoloso mezzo di comunicazione ?
Ci sono tanti programmi e di conseguenza vi è una grande varietà di prodotti: ci sono quelli più commerciali , altri più di sostanza e altri ancora che abbinano queste due traiettorie. Sta allo spettatore decidere “se” e “come” assorbire l’informazione offertagli. C’è chi guarda un prodotto con disincanto ed ironia e chi si abbevera da questa fonte a tal punto da finire nella “ raccolta dell’umido” .
Il consiglio per chi ha come sogno nel cassetto scrivere per la televisione, è quello di raccontare bene se stessi liberamente e spontaneamente, perché ognuno di noi è in grado di presentare in maniera unica ed irripetibile la propria personale storia,  sfuggendo così dal fenomeno dell’omologazione. La televisione è pericolosa se non si è educati prima di guardarla e nel guardarla, rischiando in tal modo di cadere nell’incombente banalità.

Rimanendo sempre nell’argomento formazione ed educazione, è noto che ha conseguito la laurea in Scienze Politiche . A tal proposito lei non pensa che ormai la televisione  si sia completamente discostata dal vecchio modus operandi: essere un efficace canale di cultura ed istruzione, spesso discriminando chi ne è portatore?
Ho la ferma convinzione che la proprietà di linguaggio e il proprio bagaglio culturale non si acquisiscano accendendo il televisore, ma attraverso la curiosità, nel corso della nostra esistenza. Durante le lezioni tenute alla LUISS Guido Carli ho esternato con chiarezza il mio pensiero: ciò che apprendi realmente è attraverso quello che vivi, non solo mediante l’informazione. Pertanto a voi giovani faccio un augurio, quello di non essere frutto di una conoscenza indotta ma dedotta, di non comprendere solo il fatto ma anche l’aspetto sensitivo delle cose; la deduzione altro non è che conseguenza dell’esperire. Quindi studiate affinché possiate avere le necessarie competenze da aggiungere alle vostre esperienze e, soprattutto, non restate chiusi dentro casa aspettando che la televisione o chi la fa possano raccontarvi l’esistenza, perché ne rimarrete profondamente delusi.

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