A giugno di quest’anno, il governo del Maharashtra, situata nella regione centrale dell’India, ha istituito un comitato per indagare sull’incremento preoccupante delle isterectomie che, dal 2016, avvengono nella Regione di Beed.
Ciò, è stato avviato da parte del ministro della Sanità, Eknath Shinde, dopo un’interrogazione parlamentare portata avanti da parte del leader di Shiv Sena, Neelam Gohre, nell’assemblea di stato.
Così Shinde, il comitato presieduto dal segretario del dipartimento sanitario che ha il compito di indagare su 4.605 donne che hanno subito interventi di rimozione dell’utero nel distretto di Beed negli ultimi tre anni, ha dichiarato:
“Il comitato avrà anche un team composto da tre ginecologi e donne MLA dello stato. Allo stesso è stato chiesto di presentare il suo rapporto entro due mesi”.
I media locali riportano che, oltre 4.500 giovani donne, a Beed, sono state sottoposte a isterectomie potenzialmente inutili negli ultimi tre anni.
Chi persegue questa causa, come Neelam Goohre, ha sostenuto che ciò ha derivazioni socioeconomiche che colpiscono, nella quasi totalità dei casi, donne in condizioni di forte povertà. Gli stessi denunciano questo caso di donne dal “grembo vuoto”, come risultato di interessi multipli all’interno della società soprattutto dovuto l’interesse dei medici, ai quali l’isterectomia risulta un’operazione piuttosto proficua, venendo a costare 35.000 rupie (508 dollari), una cifra assai elevata se consideriamo il salario medio delle donne lavoratrici nei campi, di circa 202 rupie giornalieri (2,93 dollari).
Donne e la campagna
Il caso riguarda, come sopra accennato, in modo particolare le lavoratrici nella campagna, e soprattutto le donne dedite alla raccolta delle canne da zucchero.
La regione del Beed è caratterizzata da una forte siccità, particolarmente utile per la produzione stessa della canna da zucchero, che rappresenta per questo territorio la principale fonte di reddito. Durante la stagione del taglio della canna, da Ottobre a Marzo, le donne spesso si alzano alle 4:00 del mattino per preparare da mangiare alla loro famiglia. La giornata lavorativa inizia poi alle 6:00 e termina verso il tramonto, alle 18:30.
Intervistate da Al Jazeera, alcune donne raccontarono le loro storie, come nel caso di Rukhmini Tandale, una donna di 45 anni residente nel villaggio di Vajrantwadi, la quale andando da un medico nel novembre del 2018, nella città di Beed, si ritrovò come Pushpa, una contadina e madre di due figli (aveva 26 anni quando soffriva di forti emorragie durante il ciclo mestruale e dolori addominali) a dover ascoltare il medico, il quale le suggeriva ugualmente di sottoporsi ad un’isterectomia, che avrebbe prevenuto future malattie potenzialmente mortali:
“Non è stata una decisione facile da prendere. Ma mio marito mi ha incoraggiato a farlo, perché il dolore ha influenzato il mio lavoro. L’isterectomia ha causato uno squilibrio ormonale e sono ingrassata”, ha detto Pushpa, che ora ha 37 anni.
“Era meglio investire subito in operazioni piuttosto che continuare a spendere per le medicine” sostiene Lata Magar, un’altra donna residente nel villaggio di Hajipur, a circa 30 km di distanza.
Analizzando dunque tutte queste situazioni è possibile rilevare come alle donne viene fatto credere che, dopo il parto, il loro utero non solo è inutile, ma anzi in grado di accentuare la possibilità di malattie mortali, e così, l’intervento diviene l’unica via per rispondere sia al costo dei frequenti medicinali per combattere il ciclo, alla quale devono far fronte, sia alle suddette “possibili” malattie, specialmente quelle riguardanti i loro rapporti lavorativi spesso usuranti. Lo stesso dott. Shashikant Ahankari, presidente della HALO, Fondazione medica nel Maharashtra, ha dichiarato che: “Alcune cliniche non etiche, il cui scopo principale è massimizzare gli affari, consigliano le isterectomie dicendo alle donne che il loro disturbo può diventare canceroso. [Ma non necessarie] le isterectomie [possono] portare anche ad altri problemi di salute”.
Isterectomia
Anche se oggi l’isterectomia viene associata ad un intervento sicuro, esso non è immune a eventuali rischi o effetti avversi che, col tempo, possono manifestarsi a frequenze più elevate.
In base all’età, gli effetti possono mutare. Nelle donne di età inferiore ai 45 anni la mortalità a lungo termine riscontra un’incidenza più alta, ritenuta conseguenza dagli effetti collaterali ormonali dell’isterectomia e della ooforectomia profilattica. Dopo l’isterectomia, il 35% delle pazienti è sottoposta ad un ulteriore intervento dopo un periodo di 2 anni.
Le impossibilità giudiziarie
Di norma, l’assunzione dei lavoratori agricoli nella regione del Beed avviene attraverso un appaltatore che assume in coppia, dunque marito e moglie vengono assunti insieme per un periodo contrattuale di durata annuale, in quanto questi vengono visti non come due singoli lavoratori, ma come una unità unica.
Le donne vengono suddivise sulla base del “pishvi” (borsa in indiano), con la quale gli appaltatori tendono a indicare le donne con l’utero, etichettate come “meno occupabili”, in virtù dei problemi che potrebbero riscontrarsi in futuro.
Alla coppia impiegata per un anno è pagato un anticipo di 150.000,00 rupie (pari a circa 2,175 dollari). Per guadagnarselo, la coppia deve lavorare dalla mattina fino alla sera per tutti i giorni senza la possibilità di lamentarsi. Bajinder Maan, avvocato per i diritti del lavoro a Delhi, ha riferito ad Al Jazeera le condizioni lavorative, come anche la sua preoccupazione:
“Possono certamente avvalersi della giustizia dall’ufficio legale del lavoro nel loro distretto se sentono che i loro datori di lavoro o imprenditori li stanno costringendo a un intervento chirurgico, o mostrando una propensione verso quelle donne che hanno avuto un’isterectomia”, ha detto ad Al Jazeera. “Tuttavia, può essere difficile per le donne stesse dimostrare questa pretesa nei tribunali civili, perché fanno parte di un settore informale, senza documenti praticabili per stabilire il rapporto contrattuale”, così, nella maggior parte dei casi, solo “Far parte del sindacato di un contadino distrettuale, affiliato a un partito politico, rende facile ottenere ricorsi per tali rimostranze”.
Articolo a cura di Frans Lavdari