Oltre agli slogan che caratterizzano qualsiasi comizio, indipendentemente dal colore politico, sabato 8 dicembre in Piazza del Popolo la Lega ha parlato di ciò che si è fatto approvare in Parlamento, i piani futuri per il paese e le intenzioni del partito al governo.
Salvini è intervenuto due volte: una breve apparizione all’inizio, chiedendo un minuto di silenzio in ricordo delle vittime di Corindaldo, e alla fine, con un lungo discorso conclusivo.
Tra i due interventi del leader della lega si sono susseguiti ministri e sottosegretari leghisti. Un filo di tre parole chiave legava tutti i presenti e i loro discorsi: buonsenso, Italiani e soprattutto Salvini. Il ministro degli interni è stato elogiato per l’interezza della manifestazione, descritto come la guida instancabile della Lega nell’esecutivo. Di seguito sono presentati i più importanti tra i temi affrontati dagli oratori sul palco riguardo l’operato del governo giallo-verde:
-Il ministro della Pubblica Amministrazione Bongiorno ha parlato di legittima difesa, della corsia preferenziale per le donne in pericolo, delle impronte digitali nella pubblica amministrazione (accennando al fatto che la privacy non può valere più dei diritti dei cittadini) e dello stop agli sconti di pena per ergastolani, assassini e colti in flagrante;
-Il ministro dell’Istruzione Bussetti ha parlato con vigore di educazione civica obbligatoria nelle scuole, dell’osservatorio permanente per l’inclusione (con 40.000 nuovi docenti di sostegno), di un nuovo reclutamento per i docenti senza algoritmi. Ha comunicato i nuovi fondi per ricerca e università: 100 milioni all’anno in più per le università e la possibilità di iscriversi a due corsi di laurea contemporaneamente. Infine, accompagnato dal boato dei presenti in Piazza del Popolo, ha sottolineato l’importanza per la Lega del crocefisso nelle aule: ”Senza la tradizione non siamo nulla”.
-Il ministro degli Affari Regionali e dell’Autonomie Stefani, accompagnato dai governatori Zaia, Fontana e Fedriga ha sottolineato l’importanza dell’identità e ha preso i governatori presenti come esempi per la guida delle realtà locali. Ha elogiato i sindaci, per troppo tempo ignorati dallo stato, costretti a lavorare senza risorse (“…l’ultima catena di una macchina infernale statale”). Al centralismo nocivo è intenzione della lega contrappore l’idea delle autonomie, di cui già otto hanno fatto richiesta e volute da milioni di cittadini che hanno già votato a favore in Veneto e Lombardia lo scorso anno.
Hanno poi parlato il ministro dell’Agricoltura e del Turismo Centinaio, il ministro di Famiglia e Disabilità Fontana e il ministro degli Affari Regionali e dell’Autonomie Stefani.
Salvini è salito sul palco tra i cori di Piazza del Popolo e accompagnato da “Nessun Dorma”, con la mano sul cuore. Il suo discorso ha toccato moltissimi punti, una sorta di revisionato programma leghista in seguito alla conquista dell’esecutivo.
Come il ministro Fontana prima di lui e altri oratori, Salvini ha parlato a lungo di Europa. Contrariamente all’idea comune della posizione leghista sull’Unione Europea, si potrebbe perfino definire europeista ciò che il leader del carroccio ha predicato: citando Papa Giovanni Paolo II, ha introdotto ai presenti un’idea di nuova Europa, che resiste alle pressioni dell’Ovest, dell’Est e del Sud. La nuove Europa deve essere diversa da quella “dello spread e dello 0,1%”, un’Europa di etnie e culture distinte, unite da lavoro, rispetto e progresso economico e sociale.
Questo discorso semi-europeista, insieme ad altri spezzoni dell’orazione, dove il ministro dell’Interno ha parlato di amore, solidarietà e pace, sono in contrasto con momenti più duri contro poteri forti (un termine adottato progressivamente durante l’esperienza di governo dal collega Di Maio), contro i critici di professione e i criminali. Gli attacchi di Salvini non sono però diretti, sono più generici e sarcastici, come quello a Pamela Anderson e alle sue dichiarazioni recenti in merito di Unione Europea (“ci mancava Pamela Anderson”, dice), o al gossip in seguito alla fine della sua relazione con Elisa Isoardi. In merito alle proteste dei gilet gialli si limita ad affermare che lui sarà sempre contro la violenza, ma: “Chi semina povertà raccoglie tempesta”. Elogia la prima di cinque manovre economiche e il decreto sicurezza (“chi lo critica non l’ha letto, ha invece letto Topolino”), la fine degli sbarchi e le vite salvate, i taser in sperimentazione. Parla di libertà, di sicurezza, di famiglia tradizionale, di Corinaldo. Il discorso di Salvini in meno di un’ora tocca un’infinita di tematiche e argomenti diversi.
Salvini apre le porte alle critiche, ma non alle critiche “tanto per”. Si lamenta e attacca chi lo accusa di avere una nostalgia fascista o di stare troppo sui social.
Infine ringrazia molti, tra cui Di Maio (ma non Conte) e assicura che l’Italia non solo tornerà grande, ma la prima in Europa.
“Mai, avrei immaginato qualche anno fa, quando eravamo in questa stessa piazza, che il popolo ci avrebbe affidato la rinascita dell’Italia.”
A cura di Matteo Antiga