“Sessione che vai, sessione che vieni” Pensiero di una notte di quasi estate. Ci troviamo tutti immersi a capofitto nella bellissima e odiosissima sessione estiva, con occhi solo per tomi, con labbra solo per ripetere sentenze ed articoli e mani solo per disegnare grafici e fare calcoli, ed è in questo marasma che ho deciso di scrivere questo pensiero, rivolgendomi ad ognuno di voi , perché io come tutti voi provo sensazioni miste di gioia e dolore che durante la sessione vengono amplificate. Per fortuna, certe volte, il salto di un appello, un voto rifiutato ci fanno capire che non siamo macchine ma essere umani, che possiamo spingere per puntare in alto, vuoi perché non volgiamo deludere le nostre famiglie, vuoi perché in primis non vogliamo deludere noi stessi. Puoi spingere quanto vuoi come quando provi a gonfiare un palloncino, ma se non presti attenzione il palloncino scoppia e non resta che un lembo di plastica, e così, se non presti attenzione, se non ti fermi un attimo a respirare, potresti rischiare di fare la fine del palloncino. Sebbene sia una cosa meravigliosa ottenere un risultato per poter ripagare gli sforzi fatti, è altrettanto bello e necessario che questo venga fatto con serenità, e con la consapevolezza che respirare o fare una chiacchierata con i tuoi amici non nuocerà gravemente al tuo studio, e che invece una mancanza di tutto ciò potrebbe nuocere gravemente alla tua salute. Oltre ad augurare ad ognuno di voi i migliori risultati per questa sessione vorrei dedicare un ultimo pensiero alla signora sessione : non farai di noi tuoi schiavi, poiché alla fine dei conti sarai tu la nostra sottomessa.
a cura di Giordana Agosta