Ha ragione Matteo Renzi: chi non ha mai partecipato alla Leopolda non può minimamente immaginare cosa essa significhi. È per questo che provo a raccontare cosa mi ha lasciato l’edizione numero 5 della kermesse politica organizzata dal premier a Firenze, sicuramente la più discussa, attaccata e difesa di sempre.
L’ex stazione Leopolda, ora convertita in sede per meeting, mostre e altre manifestazioni, diventa ogni anno, dal 2010, il luogo di ritrovo di tutti coloro i quali condividono le idee dell’attuale Primo Ministro. Se nelle prime quattro edizioni la parola d’ordine è stata “rottamazione”, quella di quest’anno è stata decisamente una Leopolda “di governo”, quindi tesa in parte a difendere e in parte a rilanciare l’azione dell’esecutivo. Non per questo, però, ha perso la sua essenza rinnovatrice e la sua inclinazione alla proposta.
Lo spirito con cui ci si conosce o ci si re-incontra, ci si abbraccia, ci si scambia i contatti, è uno spirito capace di farti sentire parte vera di una comunità viva di cittadini, che sono lì non per lamentarsi o per protestare, ma per costruire e realizzare qualcosa di reale per il proprio Paese.
Non ci sono barriere di titoli o cariche altisonanti, ci sono solo il tu e i nomi di battesimo. Hai la possibilità di dire la tua a chi ti governa e la sicurezza di ricevere da loro una risposta sincera, sentendoti alla pari. È allora che comprendi quanto il tuo ruolo di cittadino attivo sia fondamentale e quanto effettivamente sia l’unico modo possibile per far ripartire concretamente l’Italia.Perché gli uomini soli al comando non esistono e non possono vincere. Esistono i gruppi che lavorano insieme, condividendo idee, gioie e dolori, progetti, prospettive e futuro.
La Leopolda è il luogo dove insieme si può proporre, costruire e realizzare; è il luogo dove una ragazza di ventidue anni, una ministra di trentatré e professori universitari possono sedersi allo stesso tavolo per discutere, senza finzioni o falsa retorica e alla pari, dell’importanza delle riforme istituzionali per l’Italia; è il luogo dove la Politica, quella vera, fa da padrona e permette alla democrazia partecipata di compiersi fino in fondo; è il luogo dove le storie di successo, costellate di cadute e riprese, infondono fiducia e voglia di fare; è il luogo dove ci si può sentire protagonisti, insieme ad altre migliaia di persone, del cambiamento del proprio Paese.
Se è vero che solo tenendo conto degli errori del Passato e partendo da ciò che si è e si ha nel Presente si può costruire qualcosa di migliore per l’avvenire, allora è vero anche che il Futuro è solo l’inizio. E la Leopolda né è la massima espressione, in quanto riesce a far sì che il domani diventi il luogo del possibile, in cui tradizione e innovazione si fondono nello sviluppo economico, sociale e culturale dell’Italia.
Spero che l’anno prossimo, chi ora è scettico, decida di partecipare, perché sono sicura che, toccando con mano e col cuore ciò che è la Leopolda, capirà di non poterne più fare a meno.
Di Cristina Salmena