Ancora vittime in Europa, ma questa volta il colpevole non è il Coronavirus. La scorsa notte le strade di Vienna, precisamente la Seitenstettengasse, nei pressi della principale sinagoga della città, sono state teatro di un altro attacco terroristico, durante il quale gli attentatori hanno aperto il fuoco sulla folla. I primi spari sono esplosi intorno alle 20.00, poi il commando terrorista, composto da almeno quattro attentatori, avrebbe iniziato a fuggire sparando in punti diversi della città. Durante la conferenza stampa di stamani, il ministro degli Interni, Karl Nehammer, ha spiegato ai giornalisti precisamente le dinamiche e quante vittime ci fossero state; ha affermato infatti che uno degli attentatori è stato neutralizzato dalla polizia già alle 20.09, e che questo tale è stato identificato come “persona radicalizzata”, un simpatizzante dello stato islamico (Isis). Per quanto riguarda le vittime, finora si contano 4 morti mentre i feriti ammontano a 22 civili.
Il ministro degli Interni, che ha parlato in diretta alla nazione, sta invitando i cittadini di Vienna a rimanere a casa, a non uscire, non essendo ancora stati identificati e catturati gli altri attentatori. “Restate a casa” è quindi l’appello di Karl Nehammer, che ha provato a tranquillizzare la popolazione civile spiegando loro che sono già in azione le forze speciali Vega e Cobra e che è sceso in strada anche l’esercito.
Tra i testimoni dell’accaduto appare alquanto rilevante la testimonianza del rabbino Schlomo Hofmeister, che, nell’intervista rilasciata al giornale austriaco Kuries, racconta che gli assalitori hanno sparato a caso alle persone che si trovavano nel giardino di un pub in Judengasse e Seitenstettengasse, ma, apparentemente, non avendo come obiettivo la sinagoga lì vicino. Invece, racconta Cecilia Lagomarsino ad Agi: “Il centro era affollatissimo, perché è l’ultima sera prima del lock-down; pare che gli attentatori si siano spostati dal primo distretto, al 6 e al 7, dove abitiamo noi”. Anche la comunità ebraica si è espressa in questo momento, invitando i propri fedeli a non uscire di casa e a non portare, per ora, pubblicamente la kippah, non sapendo ancora con precisione se l’obiettivo dell’attento fosse realmente la sinagoga o meno.
Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha condannato quanto accaduto come “un attacco terroristico disgustoso”, aggiungendo che l’Austria non si lascerà intimidire dai terroristi. Anche altri ministri europei si sono espressi circa l’accaduto. Emmanuel Macron: “Questa è la nostra Europa, i nostri nemici devono sapere con chi hanno a che fare. Non cederemo nulla. Noi Francesi condividiamo lo shock e il dolore degli austriaci”. Invece il Premier italiano, Giuseppe Conte, scrive su Twitter: “Non c’è spazio per l’odio e la violenza nella nostra casa comune europea”.
Ora c’è da chiedersi: “siamo tornati al periodo degli attacchi terroristici?”. Noi tutti ci auguriamo vivamente di no. In questo momento storico, alla luce del problema di emergenza sanitaria che ha investito tutta l’Unione, l’Europa non disporrebbe delle forze ed energie sufficienti per poter fronteggiare un problema così grave come il terrorismo. Quello che rimane ora fare, è aspettare l’evoluzione della situazione, e aspettare che la polizia austriaca, di pari passo con i servizi segreti, possa scoprire dettagli più rilevanti su quanto accaduto ieri sera.
A cura di Federica Boscaino