Era il 1987 quando il presidente statunitense, Ronald Regan, lanciò la sfida a Michail Gorbačëv, Presidente dell’allora Unione Sovietica, affinché quel muro, materiale e non, che divideva non solo la città di Berlino, ma anche l’Est dall’Ovest, cessasse di esistere. Due anni dopo, nel 1989, quello stesso muro cadde. Era la fine di un’epoca: la guerra fredda, che per decenni si era protratta dopo il conflitto mondiale che sconvolse l’Europa, era giunta al termine.
“It is possible for us to turn the page”.
Dopo ventisei anni dall’evento che ha cambiato la conformazione geopolitica del globo, in data 11 aprile 2015, in una piccola sala durante il summit di Panama, c’è stato il primo incontro formale tra Barack Obama e Raùl Castro. È una svolta storica: erano 50 anni che un presidente cubano ed uno statunitense non sedevano insieme allo stesso tavolo. Il meeting renderà possibile “imboccare la strada che ci conduca al futuro” dice fiducioso Obama; “todos somos americanos” gli fa eco Castro.
I tempi sono maturi per segnare una nuova era: il 1962, anno in cui il presidente Kennedy emanò il Proclama di embargo economico contro Cuba, è ormai lontano. Castro ed Obama stanno ponendo la pietra miliare per una nuova strada che con pazienza, “molta pazienza”, porterà i due stati a “discutere di tutto” anche se “su alcune cose ci troveremo d’accordo; su altre forse no”.