Era il primo febbraio 1945 quando le donne in Italia le donne ottengono il diritto di voto, in altri Paesi lo hanno già ottenuto, in molti altri ancora questo squarcio di luce è ancora lontano. Sebbene sia ancora marcata la differenza tra occidente e oriente pian piano cominciano ad aversi situazioni più favorevoli per le donne, cominciando ad ottenere diritti, sviluppando sempre più la loro indipendenza, e perdendo la consapevolezza di fatto che non possono essere viste solo come madri e mogli attente a rendere tutto perfetto; si fanno spazio anche nel mondo del lavoro: basti pensare come, durante i periodi della prima e seconda guerra mondiale, quando mariti , figli furono costretti ad arruolarsi, furono quest’ultime a prendere i loro posti in fabbrica e continuare a sostenere l’economia mondiale.
Premettendo che non si voglia dar voce ad un pensiero femminista, essendo in un secolo in cui portiamo avanti valori come la parità tra sessi, ritengo che le vicende politiche degli ultimi giorni in Russia siano da prendere in considerazione. È stata approvata con trecentottanta voti favorevoli e solo tre contrari, una legge che prevede la depenalizzazione delle violenze domestiche, sebbene non vada ad escludere del tutto una sanzione amministrativa nei confronti di chi è autore di violenza domestica nei confronti dei figli, si può notare da numerosi articoli come in primis una parte delle stesse famiglie russe voglia una linea più morbida nei confronti delle pene inflitte agli autori di tali illeciti, in sostanza ciò che viene chiesto è che l’addomesticamento punitivo così come già previsto per gli autori di violenza inflitta da terzi al di fuori della unità abitativa, sia previsto anche per il padre o la madre responsabile della violenza nei confronti di figli e compagni.
Tuttavia ciò che più fa riflettere, oltre al fatto che sempre più il nostro mondo anziché andare avanti torna indietro, è che a proporre l’equiparazione delle sanzioni sia stata una donna e alcune famiglie cattoliche, nonostante le principali vittime di violenza domestica in Russia siano le donne, stando a dati statistici del 2015, una donna su 5 è vittima di violenza, sebbene il 40% di loro non sporga denuncia e ben il 97% dei casi non riesce a giungere in tribunale . A detta dei proponenti della legge ciò porterebbe a “rendere le famiglie russe più forti”.
Ovviamente ciò ha scaturito l’indignazione di associazioni sui diritti umani, in quanto l’approvazione di tale legge andrebbe in contrasto con l’impegno della Russia nei confronti del diritto umanitario internazionale .
Siamo arrivati ad un punto nella Storia, in cui tutti dovremmo metterci davanti ad uno specchio e capire come i mille passi avanti fatti da tutte le donne e gli uomini per permettere agli esseri umani di essere tutelati da maggior diritti, svaniscono così, come l’abito di Cenerentola allo scoccare della mezzanotte.
Penso che sia così inverosimile che un uomo o donna, perché certi uomini sono crudeli senza distinzioni di sesso, possano essere più tutelati ad avere pene minori davanti a violenze inferte a figli e compagni. In un mondo in cui sempre più si cerca di pulire “il sangue del femminicidio”, in un mondo in cui da una parte molte donne portano avanti i loro diritti , basti pensare alle marce condotte da paladine dello spettacolo e non in America dopo l’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti D. Trump, dall’altra parte altre donne , bambini e vittime di violenza domestica , vedono svanire la loro possibilità di riscattarsi a pieno.
Se vogliamo davvero che tutti siano uguali davanti alla legge, è necessario che le misure da prendere vengono sempre ben ponderate, perché come insegna la storia per non commettere gli stessi errori in futuro devi essere riuscito a fare un’attenta analisi del passato. Per cui non mi resta che dire ai posteri l’ardua sentenza, e qui parliamo di sentenze reali.
A cura di Giordana Agosta.