UberPOP: la rivoluzione nel settore dei trasporti

UberPOP: la rivoluzione nel settore dei trasporti

UberPOP, l’app anti-taxi di origine californiana, arriva in Italia, divenendo da subito bersaglio di svariate polemiche. UberPOP è quel servizio che, per mezzo di una app telefonica, riesce a conciliare la tecnologia e i trasporti urbani, rendendoli più efficienti ed accessibili. Da anni, si sa, nelle maggiori città italiane il settore dei trasporti è messo a dura prova, rappresentando una vera e propria sfida in tema di mobilità. E’ Milano la prima città del Paese ad ospitare il servizio di ride sharing, seguita poi da Roma e Genova. L’App, che richiede una semplice registrazione dell’utente, permette allo stesso di scegliere l’autovettura più vicina grazie ad un meccanismo automatico di geolocalizzazione del conducente; il pagamento viene effettuato esclusivamente attraverso addebito su carta di credito e la fattura inviata per email. Se ciò, da un lato, assicura naturalmente un’elevata trasparenza, dall’altro ha posto il problema della gestione dei dati personali degli utenti: prontamente Uber chiarisce che l’accesso alle suddette informazioni è consentito esclusivamente al fine di migliorare il servizio finale e, quindi, a vantaggio dell’utente che ad esempio dovesse lamentare un ‘anomalia nel servizio erogatogli. Molte polemiche circa l’affidabilità e la professionalità degli Uber-Driver sono state alimentate, invece, da gravi episodi verificatisi all’estero, che hanno visto alcuni autisti di UberPOP protagonisti di aggressioni e stupri. Ma in Italia i portavoce di Uber assicurano un’accurata selezione dei candidati, che, pur essendo “arruolati” tra gente comune e non professionista, devono necessariamente possedere stringenti requisiti: devono, infatti, avere le stesse caratteristiche di chi svolge un servizio pubblico, non meno di ventuno anni e non aver riportato nessuna sospensione della patente negli ultimi dieci. Ciascun autista riceverà una votazione dall’utente, al di sotto di un certo rating il driver verrà estromesso dalla piattaforma; anche il passeggero riceverà un voto e Uber potrà espellerlo dal circuito. Insomma, si tratta di una vera e propria innovazione nel mercato dei trasporti che, pur facendo gola soprattutto a uomini d’affari e professionisti, non viene vista di buon occhio dai taxisti, i quali lamentano una concorrenza sleale da parte della società californiana e minacciano di scioperare in prossimità dell’Expo, il tanto atteso evento mondiale che si terrà a Milano il prossimo maggio. Ad alimentare le proteste dei taxisti è il fatto che i driver di Uber godono di maggiori vantaggi rispetto a loro: sono soggetti ad obblighi minori, in quanto non necessitano della licenza, possono rifiutare la chiamata di un cliente ed hanno, invece, gli stessi diritti, potendo, infatti, occupare le corsie preferenziali ed offrendo analogamente un servizio di trasporto. Che questa concorrenza faccia bene al mercato dei trasporti? E’ quel che ci auguriamo!

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